Palermo

Venerdì 22 Novembre 2024

Il Dalai Lama: per arrivare alla Pace serve compassione - L'incontro con i giornalisti a Palermo

PALERMO. Seconda giornata, oggi, della visita istituzionale a Palermo del Dalai Lama Tenzin Gyatso, leader spirituale del Tibet e Premio Nobel per la Pace, che ha tenuto una conferenza stampa all’Hotel Borsa insieme al sindaco, Leoluca Orlando. "Siamo una comunità di sette miliardi di persone e potremo vivere in pace nel mondo solo se risolveremo i problemi che noi stessi abbiamo creato - ha detto il Dalai Lama -. La pace nel mondo, come pure la pace nella propria famiglia, dipendono da quanta pace interiore ha ognuno di noi. Dobbiamo sviluppare un’attitudine compassionevole nei confronti dei nostri simili, non solo per quelli che sono vicini a noi ma per tutti. Compassione vera per l'individuo stesso, non per i suoi comportamenti, per quello che fa o non fa o per come si comporta con noi". "Questo tipo di compassione - ha sottolineato il premio Nobel - passa dall’educazione. Il mio impegno principale è promuovere questo tipo di compassione e di educazione, e il mio secondo impegno è promuovere l’armonia tra le religioni. La stampa ha una grande responsabilità in questo senso, al pari del sindaco", ha concluso con un sorriso il religioso, rivolgendosi a Orlando. Il Dalai Lama ha anche parlato del conflitto tra Stati Uniti e Corea del Nord: «si stanno fronteggiando con tanta durezza, se avvenisse qualcosa e ci fosse un olocausto nucleare ci sarebbe una reciproca distruzione. Qualsiasi conflitto umano si risolve con il dialogo cercando di connettersi con l’altro, altrimenti se si risponde con rabbia la controparte risponde con più rabbia. Non è possibile risolvere i conflitti con l’uso della guerra. Questo è il secolo del dialogo». A chi gli ha chiesto quale messaggio dare ai potenti della Terra in un momento storico di cambiamenti climatici e fanatismo religioso, il Dalai Lama ha risposto: «Se le persone prendono a cuore quello che ho detto. Questo è il messaggio: amore e compassione. Io sono persona questo è il messaggio». Il premio Nobel per la Pace ha anche fatto una riflessione sulla condizione dei migranti e dei Paesi che li accolgono: «In Europa c'è un gran flusso di migranti e rifugiati noi non dobbiamo discriminarli per religione, colore della pelle. Perché sono oggetto della pratica della nostra compassione e accoglierlo tutti nello stesso tempo». «Fin dall’inizio della crisi avremmo dovuto considerare i migranti come fratelli e sorelle che stanno affrontando grandi difficoltà ed avere un rifugio» ha aggiunto. «I tibetani sono 150 mila pensiamo di ritornare e ricostruire il nostro posto - ha affermato - quando non ci saranno problemi. Noi dobbiamo accoglierli. Le nazioni che ospitano per prima dovrebbero offrire educazione e istruzione ai bambini, mentre chi è più grande dovrebbe avere addestramento tecnologico per poi consentire loro di tornare mentre le Nazioni che li accolgono dovrebbero poi continuare ad aiutarli». immagini di Marcella Chirchio

leggi l'articolo completo