PALERMO. Centinaia di studenti arrivati da tutta Italia, esponenti delle istituzioni - dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, al presidente del Senato, Pietro Grasso, al ministro dell’Interno Minniti - , magistrati, forze dell’ordine stanno commemorando nell’aula bunker dell’Ucciardone, in cui si celebrò il primo maxi processo alla mafia, Giovanni Falcone, ucciso a Capaci il 23 maggio di 25 anni fa. Sul palco si alternano testimoni della vita e del lavoro di Falcone, come i magistrati del pool istruzione Leonardo Guarnotta e Giuseppe Di Lello, che ricordano l’importanza del metodo investigativo introdotto e dal magistrato, Giancarlo Caselli, che venne a Palermo nel '93, negli anni caldi delle stragi di mafia, e gli attuali protagonisti della lotta a Cosa nostra come il capo della Dna Franco Roberti. Nel bunker sono presenti anche familiari delle vittime di mafia: Alfredo Morvillo, fratello della moglie di Falcone e Vincenzo Agostino, padre di Nino, poliziotto assassinato da Cosa nostra. Le testimonianze si succedono alle immagini della vita di Falcone e alle interviste che il magistrato rilasciò. Mentre da Capaci, in collegamento tv, Pina Montinaro e Rosaria Costa ricordano il sacrificio dei loro mariti, Antonio Montinaro e Vito Schifani, morti mentre scortavano il magistrato. «Abbiamo pagato un prezzo altissimo - ha detto Montinaro - ma tanto in questi anni è cambiato e le teste alzate dei siciliani di oggi ci fanno dire che tutto questo ha avuto un senso». Erano presenti nell’aula bunker del carcere Ucciardone di Palermo i ministri della Istruzione, Valeria Fedeli, e dell’Interno Marco Minniti, il capo della polizia Franco Gabrielli. C'erano anche gli alunni dell’Istituto comprensivo Paolo Polizzano di Ganci nel villaggio della legalità allestito nel piazzale antistante l’aula bunker di Palermo, dove sono in corso le celebrazioni per il 25/mo anniversario della strage di Capaci. Mentre all’interno è entrato il Capo dello Stato Sergio Mattarella sono impegnati in attività di laboratorio: hanno pennarelli e fogli di carta con impressa l’immagine della giustizia e sono intenti a colorarle. Con loro ci sono anche le maestre della scuola che frequentano nel piccolo paese delle Madonie. «Ci siamo preparati a questo evento realizzando un video e uno spot che gli alunni dell’istituto, circa 600, in questo momento stanno guardando - racconta Enza Farinella, insegnante di italiano della quinta A del plesso Gaspare Vezzano della scuola elementare - mentre qui c'è una delegazione di venti alunni della scuola elementare; alla fine delle manifestazione visiteremo insieme l’aula bunker». Con loro c'è anche Maria Di Vuono preside dell’istituto madonita: «Nella nostra scuola - aggiunge il dirigente scolastico - abbiamo realizzato tanti progetti di educazione alla democrazia, al pluralismo, all’inclusione e alla partecipazione che mirano a praticare i valori che proviamo a trasmettere ai nostri alunni». «Non sono solo insegnamenti teorici - prosegue - noi puntiamo a fare in modo che i bambini pratichino i valori civici e costituzionali, parole, ideali e insegnamenti di chi ha dato la vita per la lotta alla mafia. È un lavoro finalizzato alla consapevolezza». Immagini di Salvatore Militello