PALERMO. La Procura della Repubblica sequestra l’area di vicolo Bernava dove è installato il cantiere del passante ferroviario. C’è il rischio di crolli generalizzati perché nel sottosuolo ci sono cavità molto ampie che mettono in pericolo la stabilità degli edifici. Il provvedimento di sequestro preventivo, firmato dal pubblico ministero Claudia Bevilacqua (è stato accolto dal gip Filippo Serio), ieri è stato notificato all’amministrazione ed eseguito da una squadra della polizia municipale. A quanto pare a «condannare» quella zona è stata una relazione di Giovanni Barla, luminare di Geotecnica e Scienza delle costruzioni all’Università di Torino, al quale la Sis (l’impresa che sta eseguendo i lavori) si era rivolta per avere un parere su un «imprevisto geologico» che blocca i lavori da quasi quattro anni in quella zona. Un paradosso, se si pensa che Barla era stato contattato proprio per avere la soluzione al fatto che non si riusciva a scavare la galleria in sotterranea per via di un fiume d’acqua difficile da imbrigliare. Anzi, le ruspe in azione avevano causato il cedimento di cinque palazzine, irrimediabilmente danneggiate e che dovranno andare giù. Anzi, molti altri palazzi sono rimasti lesionati provocando decine di contenziosi. Il professore torinese aveva spiegato come l’unico intervento possibile fosse quello a cielo aperto: sventrare da fuori e poi ricoprire. Solo che per fare questo serviva una variante al Prg. Il cui decreto della Regione (anche questo un altro simbolico paradosso) è arrivato ieri, dopo oltre un anno di attesa. E proprio quando si poteva dire che le procedure per le espropriazioni potevano ripartire, preludendo alle demolizioni e dunque al completamento dell’opera del raddoppio del passante ferroviario, ecco arrivare il provvedimento della magistratura. La Procura ha ravvisato le condizioni di pericolo. Un evento esterno, come una lieve scossa di terremoto, potrebbe causare il cedimento con il crollo delle palazzine danneggiate. Per questo è stato ordinato di transennare e mettere in sicurezza l’area, impedendo che le persone - soprattutto quelle che abitano nelle adiacenze - possano avvicinarsi. Secondo i magistrati, comunque, il provvedimento notificato anche all’amministrazione di Palazzo delle Aquile (che ora dovrà nominare un custode e probabilmente sarà un funzionario della Protezione civile comunale), non impedisce la conclusione dei procedimenti per addivenire agli abbattimenti che anzi, a questo punto, in qualche modo devono essere accelerati per porre definitivamente in sicurezza la zona. Sfortunato il cantiere di via Bernava, a due passi dal Palazzo di Giustizia. È quello che tiene bloccata, la tratta che dalla stazione d’Orlèans dovrebbe portare alla fermata Papireto e di qui proseguire verso Lolli. Manca solo bucare un diaframma di sessanta metri per potere dire che l’opera faraonica che taglia in due la città può essere avviata a completamento , visto che il resto dell’appalto è già «coperto» al 75 per cento e rappresenta una delle opere che dovrebbero risolvere la questione dei collegamenti veloci fra Palermo e Punta Raisi. Immagini di Marco Gullà