CERDA. Su un lenzuolo bianco portato davanti al feretro di Davide Giuseppe Polizzi, il ragazzo di sedici anni travolto ed ucciso sabato pomeriggio da un treno, 16 anni, i compagni di classe dell'istituto nautico «Gioeni di Trabia» di Palermo hanno scritto l'ultimo saluto al loro amico morto sabato scorso investito da un treno nei pressi di Bagheria: «Su qualunque strada, in qualunque cielo e comunque vada, noi non ci perderemo. I veri amici sono difficili da trovare. È impossibile dimenticare. Lo sguardo verso l'altro e il cuore pieno di tristezza perchè tu non sei qui con noi». Tanto il dolore del padre finanziere, della mamma e dal fratello nel giorno dei funerali celebrati a Cerda. Il sindaco, Giuseppe Ognibene, ha proclamato il lutto cittadino. L'ultimo saluto è stato celebrato oggi pomeriggio nella chiesa Madre di Cerda, paese d'origine della mamma, dove risiedono i nonni e i familiari. «L'amministrazione comunale è vicina alla famiglia e ai genitori - ha detto il sindaco di Cerda Giuseppe Ognibene -, è un giorno triste, una tragedia che ha colpito l'intera comunità». «Amore mio dammi la forza per andare avanti», queste le parole del papà di Davide, Francesco. C'era la banda a salutare il giovane, c'erano i finanzieri colleghi del padre. La famiglia Polizzi risiedeva a Ficarazzi. Tantissimi i messaggi di cordoglio arrivati anche dalla cittadina in provincia di Palermo. Sembra che Giuseppe si fosse addormentato sul treno, senza accorgersi di avere già superato la stazione di Ficarazzi, dove doveva scendere. Quando si è risvegliato era già a Bagheria. E' a quel punto che il ragazzo ha deciso di usare una "scorciatoia" per rientrare a casa: tornare indietro a piedi, percorrendo i binari. Una scelta che gli è però costata la vita. Secondo gli investigatori, il ragazzino si trovava sul lato sinistro, pensando che i treni procedessero come le auto, tenendo la destra. Così però non è stato: il treno, proveniente da Termini Imerese in direzione Palermo, lo ha travolto. Fatale sarebbe stata anche la circostanza che Giuseppe, al momento dell'arrivo del convoglio, fosse al telefono. Il giovane non avrebbe quindi sentito il rumore e il fischio con il quale il macchinista ha cercato di avvisarlo dell'arrivo del treno. Il macchinista lo ha fatto più volte disperatamente mentre provava a frenare, inutilmente, la corsa del mezzo sulle rotaie. immagini di Marcella Chirchio