PALERMO. «Il fatto che non ci sia nessuna verità sulla strage in cui morirono Paolo Borsellino e la scorta è motivo di preoccupazione. Io che sono un ottimista sottolineo però che la determinazione dell'autorità giudiziaria non ci si è fermati a quella che era una verità di comodo». Lo ha detto il capo della polizia, Franco Gabrielli, oggi a Palermo per la commemorazione della strage di via D'Amelio. «Di questo si deve dare atto - ha proseguito - Avremmo potuto fermarci e invece abbiamo proseguito per ricostruire gli eventi e individuare i colpevoli. Mantenere viva la memoria di questi fatti serve a rendere omaggio a chi ha sacrificato la propria vita, ai familiari che hanno avuto l'oltraggio di essere separati dai loro affetti», ha proseguito il capo della polizia. «La criminalità pervasiva per lungo tempo l'ha fatta da padrone ed è sempre pronta a recuperare terreno. La memoria non è una ritualità. Non è una data sul calendario, ma un'occasione per rinnovare un impegno». «La guerra contro la mafia non ha un inizio e una fine. La criminalità, soprattutto in territori in cui ha regnato per lungo tempo, continua a vivere anche sotto traccia e quindi non possiamo abbassare la guardia - ha concluso Gabrielli -. Falcone ha detto che la mafia, come tutti i fenomeni umani, finirà ma credo che la fine, purtroppo, è ancora molto lontana. Serve l'impegno delle istituzioni ma anche della società civile». IMMAGINI DI MARCELLA CHIRCHIO