Questo sito contribuisce all’audience di Quotidiano Nazionale

Riconosciuti dagli abiti e dalle scarpe, rapinatori dello Zen arrestati a Palermo - Video

PALERMO. Sono  stati arrestati dalla polizia due  rapinatori di una torrefazione di piazza San Lorenzo a Palermo. Si tratta di  A.D.M, di 24 anni, e G.L., di 19 anni, entrambi residenti allo Zen. Sono stati incastrati perché una dei due girava a bordo dello stesso scooter con cui aveva realizzato la rapina e indossava anche gli stessi abiti.

Gli agenti sono riusciti a ricostruire la dinamica della rapina avvenuta lo scorso 26 febbraio. Grazie alla denuncia e alla descrizione dettagliata dei rapinatori, fornita dalla vittima, i poliziotti si sono subito messi sulle loro tracce. Sono state utili per rintracciare  gli autori della rapina anche le immagini delle telecamere di videosorveglianza presenti all'interno dell’attività commerciale e di altri esercizi della zona.

Gli agenti hanno notato che i rapinatori avevano utilizzato uno scooter modello Free della Piaggio, simile a quello sul quale era stato fermato un giovane lo scorso 9 marzo. Non solo, anche il conducente somigliava in maniera evidente all’autore della rapina, sia per i tratti somatici sia per alcuni capi d’abbigliamento che indossava. Gli agenti hanno osservato che le scarpe ed i pantaloni indossati dal 24enne erano identici a quelli di uno degli autori della rapina.

Da questi indizi, i poliziotti hanno deciso di approfondire la posizione del giovane, per altro incensurato, andando a scavare tra le sue frequentazioni e tentando di fare una “mappatura” dei suoi movimenti il giorno della rapina, partendo dal traffico telefonico.

Gli investigatori hanno riscontrato un’intensa attività telefonica con un altro numero di telefono riconducibile ad un giovane che risiede nel suo stesso stabile. Si tratta del 19enne, che anche in questo aveva caratteristiche fisiche corrispondenti a quelle immortalate nei filmati di videosorveglianza. I giovani, dopo essere stati condotti gli uffici del Commissariato, sono stati interrogati dagli agenti incalzati  e spesso nelle loro risposte si sono contraddetti e hanno cercato di crearsi un alibi. Su disposizione dell’autorità giudiziaria, i due sono agli arresti domiciliari.

Caricamento commenti

Commenta la notizia