PARTINICO. “Io mi sono comportato nella legalità e nell’onestà. Non sono imputato e non ho avvisi di garanzia”. È quanto afferma il sindaco di Partinico, Salvo Lo Biundo, in merito alla vicenda che vede Pino Maniaci, direttore di Telejato, indagato per estorsione. Oggi si è anche riunito il consiglio comunale di Partinico, proprio per discutere di questo caso.
“In passato – ha detto Lo Biundo - si aspettava Telejato per sapere che cosa dicesse: l’opinione di Telejato diventava l’opinione di tutta la gente. Adesso mi rammaricano molto i giudizi di persone che andavano da Maniaci e lo consideravano l’icona della legalità. Sembra come se la colpa di tutto questo è fosse del sindaco di Partinico”.
Per il primo cittadino di Partinico “Telejato deve continuare il suo lavoro perché sotto l’aspetto delle accuse contro la mafia ha operato nel massimo delle sue potenzialità. Poi cosa c’era dietro, cosa faceva Pino Maniaci al di fuori di Telejato, compete alla sua persona e non alla tv. Telejato deve continuare a esistere anche senza Pino Maniaci: occorre una tv che denunci. Telejato non ha mai risparmiato la mia persona. Dice cose inesatte chi paventa intrecci tra me e Maniaci: invece io venivo attaccato costantemente mediaticamente e politicamente nella mia attività amministrativa. Sono amareggiato, io sfido chiunque a subire attacchi mediatici anche sui social con ripercussioni sulla sfera personale”.
Per l’assessore comunale alla Pubblica istruzione, Giovanni Pantaleo, “quello che delude di Pino Maniaci non è tanto il fatto che chiedesse soldi per la televisione. Anche a me li chiedeva per mantenere la sua emittente e io ho contribuito: 20-30 euro per la bolletta della luce e per comprare il latte ai cagnolini o per aiutare qualche persona che si rivolgeva a lui. Ma ciò non significava sottostare a un ricatto ma era un modo per aiutare una televisione e un personaggio coreografico. Rattrista il suo delirio di onnipotenza, si è dimostrato uno stupido”.
Immagini di Piero Longo
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