PALERMO. Quarto giorno di protesta dei lavoratori Almaviva di Palermo. Questa mattina un sit in è stato organizzato in via Pacinotti a Palermo davanti la sede della Telecom, uno dei committenti dell’azienda di call center. “Noi crediamo nella responsabilità dei committenti per il nostro licenziamento - spiega Rosalba Vella rappresentante sindacale della SLC Cgil - Quando scelgono di assegnare il servizio di call center a un gestore estero, che ha un costo del lavoro più basso rispetto a quello che c’è in Italia, fanno un danno a noi lavoratori Italiani ma anche agli utenti. Chi chiama e parla con un operatore albanese e dà i suoi dati personali non sa che questi dati fuori dall’Italia non sono tutelati dalle norme sulla privacy”. Mobilitazioni ad oltranza con iniziative da concordare giorno per giorno per dire no ai 1670 esuberi annunciati da Almaviva a Palermo. E' la linea decisa dai lavoratori di Alamaviva durante le assemblee di questa mattina che si sono tenute nelle due sedi palermitane del gruppo per decidere le iniziative di lotta da adottare per tenere alta l'attenzione sulla vertenza in vista degli incontri i calendario la prossima settimana. In campo è scesa anche la Regione siciliana che ha richiesto un incontro per il 31 marzo a Roma con il presidente di Almaviva Contact Marco Tripi e uno con i sindacati nella stessa giornata a Palermo. Anche il comune di Palermo è in prima linea per scongiurare gli esuberi e chiede un tavolo nazionale. Intanto l'azienda il 1 primo aprile incontrerà le organizzazioni sindacali per discutere dell'apertura delle procedure di licenziamento collettivo per 2.988 addetti in tutta Italia, che senza un intervento diventeranno esecutive tra 75 giorni. I lavoratori chiedono 'aiuto' anche alla Chiesa e lanciano un appello all' Arcivescovo di Palermo Corrado Lorefice, al quale chiedono un incontro.