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Inaugurazione anno giudiziario al Tar di Palermo, Pajino: troppe leggi riducono efficienza

PALERMO.  «Si è ridotta la giacenza dei ricorsi pendenti al Tar di Palermo». Lo ha detto il presidente Calogero Ferlisi che oggi nella sede di Palazzo Benso, a Palermo, ha inaugurato l'anno giudiziario del Tribunale.

«La pendenza dei ricorsi all'1 gennaio 2015, ha portato ad un saldo attivo di 156 ricorsi. Sono stati presentati 3.966 ricorsi e ne sono stati esauriti 4.122. Il totale dei ricorsi giacenti al 31 dicembre 2015 è stato pari a 11.388 - ha aggiunto Ferlisi - Sui 4.000 mila ricorsi ordinari presentati, ben 476 sono inerenti alla materia del sostegno didattico agli alunni disabili (di competenza dell'Amministrazione scolastica statale e 98 riguardano l'assistenza agli stessi da parte degli enti locali».

«Da qualche tempo il giudice amministrativo vive un momento particolare per i continui
attacchi cui è sottoposto dai mezzi di informazione, che spesso divulgano titoli enfatizzati e ad effetto». Ha continuato il presidente del Tar Sicilia, Calogero Ferlisi, nella sua relazione in occasione dell'inaugurazione, a Palermo, dell'anno giudiziario.

«L'enfasi, propria di simile notizie, è stata tale nel recente passato - aggiunge il presidente del Tar Sicilia - che importanti uomini politici hanno finito con l'esprimere l'auspicio della prossima soppressione dei Tar, dimenticando, tuttavia, che il giudice amministrativo non ha alcun potere se non quello di decidere su ricorso e quindi su impulso di parte, non certo per iniziativa d'ufficio».

«Il processo amministrativo telematico porterà un grande vantaggio ai cittadini». Lo
annuncia, in occasione dell'inaugurazione dell'anno giudizio del Tar, il nuovo presidente del Consiglio di Stato, Alessandro Pajno. Il nuovo sistema entrerà in funzione dal prossimo mese di luglio.

«Sarà possibile - osserva Pajno - fare tutto da casa o dallo studio attraverso l'accesso al fascicolo telematico. Si dovrà andare in tribunale solo per l'udienza pubblica o per la
discussione in camera di consiglio».  Sarà, secondo il presidente del Consiglio di Stato, «una
grande semplificazione. Ma, avverte, ci sono anche ricadute processuali da calcolare. Le notifiche telematiche devono essere atti validi. Cucire l'innovazione tecnica con la garanzia dei diritti delle parti è un'operazione non di poco momento».  «Ci sarà, annuncia Pajno, una una fase di sperimentazione. L'introduzione del processo telematico sarà seguito da un team
di esperti coordinato dal presidente Mario Torsello. Utilizzerà anche le competenze di esperti che provengono dal ministero della Giustizia e dall'arma dei carabinieri».

«Troppe leggi riducono l'efficienza della risposta che la giustizia deve dare ai cittadini». È il giudizio di Alessandro Pajno, da pochi giorni presidente del Consiglio di Stato che a Palermo, intervenuto all'inaugurazione dell'anno giudiziario del Tar.

«L'efficienza - dice Pajno - deve puntare alla sostanza delle cose, e purtroppo c'è una condizione generale dell'ordinamento che rende più difficile il servizio. C'è una sorta di bulimia legislativa, ho detto nel mio discorso».

«L'aumento dello stock normativo - aggiunge il presidente del Consiglio di Stato - è fortissimo non solo in Italia ma anche in Europa. Ho incontrato i colleghi del Consiglio di Stato francese
che preparano un rapporto sull'aumento dell'inflazione normativa e sulla qualità del diritto». Per Pajno la semplificazione comincia a monte: l'azione intrapresa dal governo, osserva, «va in questa direzione».

«Sarà importante - aggiunge - il nuovo codice sugli appalti pubblici, un settore che copre il 10 per cento del Pil. Si dovrà tenere conto dell'esperienza europea che conta su una legislazione più rapida».Pajno tocca poi il tema della riforma della pubblica amministrazione, la cosiddetta legge Madia, e ricorda che sono da esaminare più di venti
decreti delegati. «Dalla coerenza e dalla semplicità di queste norme - conclude - dipende la qualità del servizio che potremo svolgere». Con la norma sui riti accelerati i tempi dei processi si sono intanto contratti: tranne per alcune materie, in un anno e mezzo o poco più si celebrano due gradi di giudizio.

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