PALERMO. I 250 mila euro che l'ex boss, ora pentito, Vito Galatolo, avrebbe messo per l'acquisto del tritolo destinato ad un progetto di attentato al pm palermitano Nino Di Matteo, sarebbero provenuti dalla vendita di alcuni box auto di fatto di proprietà del capomafia. È uno dei particolari dell'indagine della finanza che oggi ha portato all'arresto di nove persone, tra le quali il noto avvocato palermitano Marcello Marcatajo. È stato lo stesso Galatolo, nei mesi scorsi, a chiarire la provenienza del denaro utilizzato per l'acquisto dell'esplosivo, che però non è stato mai ritrovato. Dall'inchiesta è emerso che Marcatajo, attraverso la società immobiliare Igm Srl, gestiva gli affari immobiliari del clan. Da lui, all'epoca insospettabile professionista, l'ex presidente dell'Ars, Francesco Cascio, acquistò una villetta che ora è finita sotto sequestro.