PALERMO. La missione Speranza e carità è un cantiere più del solito. Mattoni ben impilati, sacchi di cemento, fogli enormi di compensato da sagomare e inchiodare per realizzare la «porta santa». La Cittadella del povero sarà luogo dell'anno giubilare della misericordia e ospiti e volontari di via Decollati non stanno più nella pelle.
«Casa di preghiera per tutti i popoli» sta scritto sul cartello provvisorio realizzato davanti alla grande chiesa in costruzione, ma quella stessa frase sarà dipinta sulla porta di compensato che il prossimo 20 dicembre l' arcivescovo Corrado Lorefice aprirà dopo quella della Cattedrale, assieme alle altre porte sante dei due santuari diocesani di Monte Pellegrino e Altavilla Milicia.
«Il bisogno a Palermo è in crescita continua, al cancello continuano ad arrivare emergenze, arrivano persone senza più la casa, perché non pagano più l' affitto- lancia l' allarme il missionario laico Biagio Conte -. Il problema è di interi nuclei familiari, non più solo di singoli». Ma la speranza ha il volto del Giubileo. Lo dice fratel Biagio con gli occhi azzurri che sprizzano luce, accogliendo il camper del Giornale di Sicilia sui viali sterrati della missione. «Oggi ci sta confortando la notizia della scelta della missione come porta del Giubileo - spiega il missionario -. Questa sarà l' occasione per farci aprire la porta del cuore, perché non si possono lasciare a se stesse le emergenze. Ognuno deve fare la sua parte. Vedere l' operato di tanti volontari su vari fronti mi dà conforto, ci sono tanti interventi di solidarietà, il cardinale Romeo ci è stato sempre molto vicino, lo stesso accadrà con il nuovo arcivescovo, monsignor Lorefice. Ci coordiniamo con le altre associazioni che fanno assistenza la sera a chi vive in strada. La misericordia è un segno, non ci devono essere rivalità, perché insieme si può affrontare l' emergenza, tutti i settori hanno un compito». E rivolge un grazie speciale «alla diocesi e a papa Francesco per aver guardato con attenzione ai poveri».
Immagini e montaggio di Salvatore Militello
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