PALERMO. "Chiedo solo di regolarizzare la situazione amministrativa di questo posto". E' questa l'unica richieste che fa Anna Alonzo, la suora missionaria che si occupa di minori e donne tolte alla tratta nel Centro Arcobaleno 3P del rione Guadagna di Palermo e che, nei giorni scorsi, è stata seguita, picchiata e minacciata con un coltello da un gruppo di giovani. La religiosa, abusiva da quattro anni, racconta di aver occupato il centro trovandolo pieno di escrementi, preservativi e scritte oscene. "Io non voglio possedere questi locali - aggiunge -, voglio solo una garanzia di qualità di quello che faccio". L'Ordine degli assistenti sociali della Sicilia in una nota ha espresso «solidarietà e vicinanza» ad Anna Alonzo. La religiosa è stata contattata personalmente dalla presidente Bianca Lo Bianco, la quale si è voluta rendere conto dello stato di salute e delle sue condizioni dopo quella che ha definito una «vile aggressione». «Ha assunto il carattere di una vera e propria emergenza - ha detto Lo Bianco - quella che vede gli assistenti sociali subire quotidianamente minacce, soprusi, vessazioni, intimidazioni, aggressioni verbali e fisiche, pestaggi, fino a tentativi di omicidio. È conclamata la necessità di sostegno e potenziamento degli interventi e dei servizi sociali, con gli assistenti sociali in prima linea, ma con l'esigenza della sicurezza e della tutela di se stessi e del proprio lavoro». "L'Ordine - conclude Lo Bianco - chiede con forza alle Istituzioni dello Stato e della Regione, compresi gli enti locali, le aziende sanitarie e in tutti gli enti in cui gli assistenti sociali svolgono la propria professione, di »compiere un atto di assunzione di responsabilità e di attivare idonee ed efficaci misure di sicurezza atte a garantire l'incolumità dei professionisti e il sereno svolgimento del loro lavoro". Solidarietà a suor Anna Alonzo »per il grave atto di aggressione e di intimidazione subito« è giunta anche dalle segreterie nazionale e regionale del Sindacato unitario nazionale assistenti sociali, che chiedono »la predisposizione di norme e di strumenti adeguati atti a garantire ai professionisti dell'aiuto che operano nei servizi sociali, l'attuazione di norme e di misure adeguate di prevenzione e di tutela rispetto al rischio professionale, assicurando idoneecondizioni di sicurezza nei luoghi di lavoro".