PALERMO. «Per contrastare la corruzione non bastano gli interventi giudiziari e preventivi, ma servono strumenti normativi come quello dell'agente provocatore». Lo ha detto il procuratore aggiunto di Palermo Dino Petralia a proposito dell'indagine su un giro di mazzette per appalti pubblici. Il magistrato, che ha coordinato l'inchiesta della polizia insieme al pm Claudio Camilleri, ha sottolineato la «naturalezza» con cui le mazzette venivano richieste dai funzionari e la «piena collaborazione» tra i funzionari stessi e l'imprenditore. Alla conferenza stampa hanno partecipato anche il capo delle Squadra Mobile Rodolfo Ruperti, il questore Guido Longo e il responsabile della Sezione reati contro la pubblica amministrazione della Polizia, Silvia Como