PALERMO. Caravaggio a Palermo sembra non avere sorte. A 46 anni dal clamoroso furto, attribuito alla mafia, della «Natività», trafugata dall'oratorio di San Lorenzo in una notte dell' ottobre del 1969, stavolta a finire nel mirino è una serie di opere in stile street artispirata proprio a Michelangelo Merisi.
Una collezione che era stata realizzata Christian Guemy, 42 anni, artista di strada parigino di fama mondiale, che firma le sue opere con la sigla C215. A rendere ancor più eclatante l' azione dei ladri è il fatto che «C215» aveva dipinto le sue creazioni su cassette delle Poste, su sportelli di cabine dell' Enel, su porte di edifici abbandonati e su pilastri. Ciò non ha scoraggiato la banda che nel fine settimana ha fatto sparire tutto, portando via anche i pesanti supporti che fungevano da tele. E oggi non ci sono più tracce di Caravaggio in città.
In piazza San Domenico i ladri hanno preso due piccioni con una fava. Nella cassetta postale da un lato c' era la medusa ispirata all' originale «Scudo con testa di medusa» e custodito agli Uffizi, sull' altro lato c' era «La buona novella». In piazza Indipendenza è stata asportata la buca delle lettere decorata con «San Giovanni Battista». Il dipinto originale, conosciuto anche come «Giovane con un montone», si trova ai musei capitolini di Roma. Dietro alle Poste centrali, in via Monteleone, è stata smontata e portata via mezza porta in ferro di un immobile. Lì «C215» aveva immortalato il celebre «Bacco».
Al Borgo Vecchio, in via Ximenes, è scomparso lo sportello di una cassetta delle Poste con «Maria Maddalena in estasi». In via Chiavettieri, infine, è stato smontato e fatto sparire lo sportello di una piccola cabina dell' Enel sulla quale era stato disegnato un gatto accovacciato, una sorta di firma per «C215».
Un' amara scoperta fatta da Antonio Curcio e Alessandro Gurrieri che hanno segnalato il fatto alla pagina Street art Palermo su Facebook, postando anche delle foto. Il furto è stato comunicato anche all' artista transalpino che, contattato telefonicamente, esprime tutta la sua delusione: «Han no fatto un danno alla città, con le mie opere volevo rendere le strade più belle, volevo fare un regalo a tutti. Evidentemente c' è chi preferisce fare soldi e ha commesso il furto per lucrarci su».
Secondo Mauro Filippi, responsabile della pagina Street art Palermo, «la serialità e la professionalità di questo colpo alla Lupin dimostrano che non si tratta di teppisti, ma di qualcuno che il mercato dell' arte lo conosce e anche molto bene, dato che C215 è un artista molto quotato nelle gallerie al momento».
Guemy ha girato l' Europa, spingendosi fino a Malta, ripercorrendo le stesse tappe del viaggio di Caravaggio, costretto a fuggire da Roma, dopo che venne condannato alla decapitazione per un delitto. «C215» era arrivato a Palermo nello scorso febbraio. La visita nel capoluogo siciliano è bende scritta da «Sur les traces de Caravaggio -C215 à Palerme», documentario realizzato per Isla Produzioni da Vincenzo Allotta che, dopo le prime segnalazioni, ha girato i luoghi dove Guemy aveva rivisitato i capolavori caravaggeschi, scoprendo che non c' era più nulla. «È come se avessero rubato a casa mia», commenta Allotta. C215, nel filmato, parla del suo tour e delle sue impressioni su Palermo. In un pas saggio dice: «È la prima volta che mi trovo in una città con un capitale architettonico di questa qualità nella quale c' è così poco interesse della gente per questo patrimonio». Poi Guemy viene inquadrato mentre partorisce le sue creature di spray con la tecnica dello stencil, ossia utilizzando una specie di maschera sulla quale andare a lavorare sopra con i colori. Tutto vano, a distanza di quattro mesi.
Le Poste annunciano che denunceranno il furto. «Le nostre cassette- aggiungono - vengono spesso danneggiate o rubate e ci dispiace che in questo caso, oltre alle lettere e alle nostre strutture siano scomparse anche delle opere». A dire il vero, rimangono ancora alcune «pennellate» di C215, in città. Gli ammiratori del francese sperano che almeno quelle possano rimanere al loro posto. Come il volto di Al Pacino dipinto su un pilastro a piazza Caracciolo, alla Vucciria. Difficile possano far sparire pure quello.
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