Un meccanismo complesso e raffinato, che doveva essere riproposto ciclicamente, che ha messo a segno una mega truffa Inps ai danni di ignari pensionati, a cui è stato sottratto il Tfr e la buonuscita (che oscillavano tra i 70 e i 100 mila euro). A smascherare l'organizzazione criminale, nell'ambito dell'operazione "Carambola", la Polizia giudiziaria dei Carabinieri di Palermo, coordinati dal procuratore aggiunto Leonardo Agueci e dai sotituti procuratori Maurizio Agnello e Luca Battineri. Sono stati circa ottanta carabinieri, dalle prime ore di questa mattina, a eseguire la misura cautelare, emessa dal Gip del Tribunale di Palermo su richiesta della locale Procura della Repubblica, nei confronti di 12 persone: Vincenzo Vivoli ai domiciliari insieme a Gabriele Allotta (27 anni), Luigi Allotta (34 anni); a Cesare Speca (San Benedetto del Tronto, 49 anni) già detenuto nel carcere di Fermo è stata notificata un'ordinanza di custodia cautelare in carcere; per gli altri otto indagati è stato disposto l'obbligo di firma. Sono state configurate responsabilità a vario titolo: associazione a delinquere finalizzata alla truffa aggravata, falso, corruzione, accesso abusivo a sistema informatico, sostituzione di persona, riciclaggio e ricettazione. La mente, nonché la figura centrale dell'associazione criminale che ha messo a segno la truffa, si trovava all'interno dell'istituto previdenziale: si tratta di Vincenzo Vivoli, alto funzionario dell'Inpdap, altra figura centrale è Cesare Speca consulente con spiccate competenze informatiche. Il resto del gruppo era formato da artigiani del settore edile. Non è ancora chiaro come siano venuti in contatto tra loro, una delle ipotesi avanzate dagli inquirenti, non ancora confermata, sottolinea la provenienza di molti dei personaggi coinvolti da Belmonte Mezzagno. L'occasione ghiotta di mettere a segno questa mega truffa si è presentata nel settembre del 2012 in occasione della fusione dei due più importanti istituti previdenziali, Inps e Inpidap, un momento di criticità che lasciava della falle in cui agire. Le indagini, avviate nel dicembre del 2012, nascono dalla denuncia di una delle mogli dei pensionati Inpidap truffati che rivolgendosi direttamente al dirigente provinciale di Palermo ha messo in moto una macchina ispettiva che ha portato poi alla denuncia alle autorità di anomalie nella corresponsione dei trattamenti di fine sapporto e di buonuscita. Sono venti i casi analizzati, anche se non si esclude che il numero dei truffati sia più elevato, per un totale di circa 500 mila euro (servizio a cura di Rossella Puccio).