Docenti, precari, personale non docente, genitori e rappresentanti del mondo della politica e della società civile hanno dato vita a una assemblea aperta, tenutasi a Palazzo delle Aquile, per discutere di scuola e di tutte le criticità che la vedono protagonista. L'incontro ha anche un titolo che è una provocazione lanciata alle Istituzioni: «La scuola pubblica non può più attendere». Promotore è il gruppo coordinato da Caterina Altamore, docente siciliana nota per le sue lotte a favore di una scuola pubblica statale di qualità, che ha anche presentato la Rete Nazionale sul Diritto allo Studio. Movimento che nascerà nei prossimi giorni e raccoglierà non solo rappresentanti della scuola, ma anche associazioni come Libera e Amnesty International. «La Rete -- spiega Caterina Altamore ‒ avrà il compito di monitorare il rispetto degli impegni assunti dai responsabili delle Istituzioni e di promuovere, e sostenere, ogni iniziativa a favore dell'attuazione di una scuola pubblica statale di qualità». Visto gli scarsi risultati ottenuti in passato il gruppo ha anche deciso di inviare una lettera al neoministro dell'Istruzione Stefania Giannini, facendo il punto su tutte le criticità che investono la scuola di oggi. Il problema-scuola va infatti declinato su diversi fronti, ma le parole d'ordine sono spesso 'riduzione' e 'tagli': riduzione del monte ore e del tempo scuola, a regime si è passati da 30 a 27 ore, e per il tempo prolungato si evidenzia una vera e propria spaccatura tra Nord e Sud, al meridione il tempo prolungato è stato quasi del tutto abolito; riduzione delle ore di sostegno per studenti con disabilità; stravolgimento dell'assetto modulare, con il ritorno al cosiddetto insegnante 'prevalente' e il taglio delle compresenze che permettevano ai docenti di valorizzare e soprattutto recuperare le competenze di ciascun bambino (soprattutto di chi mostra difficoltà di apprendimento); per non parlare della minaccia che incombe sull'insegnamento dell'arte e della musica, mentre una scure è già calata sull'insegnamento della lingua inglese, assorbito dal docente unico che tramite un corso di formazione si troverà a insegnare, in alcuni casi anche per la prima volta, una lingua straniera, tagliando fuori giovani laureandi e precari adatti a questo ruolo. La riduzione del personale docente e non docente, in quest'ultimo caso il taglio degli ATA, si traduce tragicamente in rischio sicurezza e igiene. Il binomio collegato alla sicurezza è, poi, quello che sempre di più affolla le pagine di cronaca non soltanto per le cosiddette 'classi pollaio' in cui il numero dei discenti supera di gran lungo quello permesso, con una palese violazione delle norme, ma soprattutto per i gravi problemi strutturali a cui le amministrazioni non riescono a far fronte per mancanza di fondi da destinare all'edilizia scolastica. I problemi sono tanti, difficili da sintetizzare e affrontare tutti in una volta, come hanno chiarito la coordinatrice del gruppo, Caterina Altamore e Maria Provenzano (docente), ma «occorre perseguire con determinazione la realizzazione di una scuola pubblica statale di qualità. Una scuola che non può attendere oltre». In occasione di questa assemblea aperta è stata ricordata l'on. Alessandra Siragusa, recentemente scomparsa, e l'intenzione di istituire una borsa di studio a suo nome, per gli studenti universitari che sceglieranno un percorso di studi a indirizzo pedagogico (servizio a cura di Rossella Puccio).