Tra un mese lo sfratto, l’ennesimo sfratto, l’undicesimo per Francesco Dominici, sua moglie e i due figli minorenni. Una situazione che getta nella disperazione: «Non posso reggere un altro sgombero, lo sguardo dei miei figli... così, per amore loro mi ammazzo. Se mi buttano di nuovo in mezzo a una strada mi do fuoco, mi tolgo la vita. Sarei il secondo (Dominici si riferisce all’uomo che nell’ottobre del 2012 si suicidò proprio all’interno della locanda, dopo la notizia che il Comune non avrebbe più pagato la locazione) così saranno costretti a dare una casa ai miei figli e a mia moglie». Negli ultimi giorni i rapporti con il Comune si sono inaspriti e stamattina l’ennesimo scontro davanti l’ingresso dell’Assessorato alle Politiche Sociali, in via Garibaldi, dove il gruppo dei senzacasa, che dal 2010 si trova nell’albergo di Villa Archirafi, in via Lincoln, avrebbe dovuto incontrare l’assessore Agnese Ciulla. Ieri l’assessore aveva annunciato l’incontro di stamattina confermando quanto stabilito dal Tribunale circa la condanna al pagamento di quasi 35 mila euro: «Le quattro famiglie che occupano dal 2010 l’albergo Villa Archirafi dovranno pagare di tasca loro le somme dovute. L’amministrazione non può e non potrà intervenire né rispondere di ciò». Stamattina le tensioni sono sfociate in uno scontro diretto tra il gruppo di famiglie e alcuni dipendenti comunali, dopo che il gruppo – ha dichiarato Francesco Dominici – ha trovato ‘sbarrate’ le porte dell’Assessorato. Alcuni dei senzacasa hanno anche minacciato di gettarsi dal tetto dell’edificio arrampicandosi su uno dei cornicioni, così sul posto sono intervenuti vigili del fuoco, agenti della Digos e della polizia municipale. In una nota diffusa dal Comune si legge che alcuni componenti delle famiglie occupanti Villa Archirafi «hanno prima minacciato, e poi aggredito, alcuni dipendenti comunali, uno dei quali ha dovuto essere assistito dai medici del 118». L’Assessore ha, quindi, annullato l’incontro: «Con queste persone e con chiunque altro tenga comportamenti minacciosi e violenti non c’è e non ci sarà mai più alcuna possibilità di dialogo», affermano il sindaco Leoluca Orlando e Agnese Ciulla. Il Comune ha dichiarato di stare valutando se intraprendere azioni giudiziarie, anche a seguito di quanto sarà riportato dalle forze dell'ordine intervenute questa mattina. In ospedale anche Francesco Dominici, che secondo il racconto della moglie, sarebbe stato colpito da alcuni agenti.
Ieri pomeriggio è stata indetta un’assemblea popolare in piazza Caracciolo, nel cuore della Vucciria, organizzata dai movimenti di lotta per la casa ‘Prendocasa’ e ‘Comitato di lotta per la casa 12 luglio’, a cui hanno aderito i centri sociali Exkarcere e Anomalia, sindacati Usb e rappresentanti delle circoscrizioni. Si è discusso non sono di emergenza abitativa, ma anche del degrado in cui versano i quartieri popolari dove molti edifici, spesso per motivi di sicurezza, vengono sgomberati provocando lo svuotamento degli abitanti storici dei rioni, proprio come nel caso della Vucciria. Della paura che questo stravolgimento e sradicamento dell’identità popolare del quartiere lasci il posto ad appalti e speculazione immobiliari. In Sicilia l’emergenza abitativa cresce giorno dopo giorno, di pari passo con quella economica: oggi oltre 500 mila famiglie vivono in povertà relativa e 180 mila famiglie si trovano in povertà assoluta, senza dunque potere fare nemmeno un pasto al giorno. Il doppio rispetto alla media nazionale. A Palermo il 14,7 per cento delle famiglie ha un reddito al di sotto di diecimila euro l'anno e il 30 per cento dei pensionati riceve una pensione di meno di 500 euro al mese. E in questa interminabile lista di ‘record’ negativi, c’è anche quello di 35mila persone in attesa di una casa popolare. A Palermo sono diecimila gli iscritti alla graduatoria ordinaria, bloccata dal 2004, e quasi mille nuclei familiari nella lista dell'emergenza abitativa, in attesa, dunque, di un alloggio urgente. Numeri ai quali vanno sommate le 13 mila domande per l’integrazione all’affitto. Quest’anno a Palermo non è stata assegnata, nel corso dell’anno, neppure una casa popolare, così tra quelli che possono reputarsi ‘fortunati’ c’è chi vive in b&b e dormitori convenzionati con il Comune, altri se hanno famiglie ritornano con la propria dai genitori costretti in otto, dieci o più a vivere stipati in un appartamento. C’è poi chi vive in auto o in strada, e chi occupa per disperazione palazzi e strutture abbandonate. Secondo i dati forniti dal Sunia, il sindacato unitario inquilini e assegnatari, il numero degli sfratti è vertiginosamente cresciuto (oltre il 7%) con circa settemila sfratti esecutivi in tutta l'Isola. Secondo l'ultimo censimento della Caritas: 3500 sfratti soltanto a Palermo; il 35 per cento sono anziani, il 21 per cento giovani e il 26 per cento migranti (servizio a cura di Rossella Puccio).
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