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"No ai gazebo", multe e chiusure: la protesta dei commercianti

«Siamo stati i primi ad adeguarci alla precedente disposizione, e adesso saremo i primi a subire i controlli, e dunque a essere sanzionati, rischiando anche la chiusura dell'attività per ben cinque giorni», a parlare è uno dei tanti commercianti, Andrea Cammarata, proprietario di uno storico ristorante al centro di Palermo, tra i primi a essere multato per non avere smontato il gazebo all'esterno del proprio locale. Il primo di quindici, almeno fino a ora, che hanno deciso questa mattina di incontrarsi a piazza Castelnuovo per discutere delle disposizioni del Comune e chiedere all'Amministrazione di concedere almeno due mesi di tempo per adeguarsi: per sostituire il gazebo con il dehor, senza incorrere in sanzioni a cui si aggiunge anche la segnalazione alla Procura, il sequestro, la diffida per il ripristino dei luoghi e cinque giorni di chiusura dell'attività. Le autorizzazioni, in realtà, erano scadute nel marzo scorso, poi una proroga da parte dell'Amministrazione dava tempo di adeguarsi sino a fine anno assicurando, per quanto concerneva la propria parte, di emanare il nuovo piano che istituisce i dehors e le nuove regole che disciplinano gli spazi pubblici. Un piano però che ancora non esiste, punto su cui insiste Nunzio Reina, presidente Confartigianato Palermo, che sottolinea i rimpalli dell'Amministrazione incapace in cinque mesi di stabilire norme guida per i commercianti. Reina ha anche manifestato la propria perplessità sulla recente comunicazione del Comune di Palermo che avrebbe disposto un Consiglio straordinario per lunedì prossimo: «Non ci sono riusciti in cinque mesi e vorrebbero farlo in una settimana?». Intanto il Servizio alle imprese del Comune ha già intimato a una quarantina di gestori di smontare le strutture esterne, dichiarando in caso di inadempienza di provvedere in maniera coatta alla demolizione, con addebito dei costi ai proprietari. Il servizio di Rossella Puccio.

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