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Palermo sta con Di Matteo, duemila cittadini in piazza

Saranno stati circa duemila i siciliani scesi in piazza in sostegno di Nino Di Matteo e i magistrati impegnati attivamente nella lotta contro la mafia. Giovani e non si sono riuniti a piazza Verdi per poi spostarsi in corteo sino a Palazzo delle Aquile, scegliendo questa volta di «non manifestare il proprio sostegno ai magistrati davanti il Palazzo di Giustizia, luogo in cui lavorano - come ha dichiarato Simone Cappellani, coordinatore Agende rosse Palermo -, ma un corteo che coinvolgesse i cittadini, gli studenti, le associazioni, a partire dal cuore della città: proprio davanti il Teatro Massimo per poi dirigersi in corteo verso il Comune, per richiedere alle Istituzioni di prendere una posizione chiara e netta». E a rispondere all'appello di solidarietà lanciato dalle Agende rosse molte associazioni studentesche e non: Azione civile di Antonio Ingroia, Cittadinanza per la magistratura, Muovi Palermo, Contrariamente, Libera, Antimafia Duemila, Addio Pizzo, Associazione Attilio Manca, Comitato 23 maggio, Coordinamento Palermo ciclabile, Ruota Libera, Resistenza antimafia, Associazione nazionale familiari vittime di mafia, Centro studi Paolo Giaccone, Ossermafia. Presenti anche molti rappresentanti del mondo politico tra cui il governatore Rosario Crocetta che, partendo dalla propria esperienza personale, ha manifestato il proprio sostegno a Di Matteo e a tutti coloro che in prima persona si battono contro le mafie, sottolineando la necessità di leggi più severe, tempi più rapidi e garanzie che tutelino chi denuncia. Ad accogliere il corteo, giunto davanti il Palazzo di Città, il primo cittadino Leoluca Orlando che affiancando i giovani studenti di Giurisprudenza ha poi ribadito alla stampa come l'azione del Csm nei confronti di Di Matteo tolga credibilità alle Istituzioni, e indebolisce il magistrato: «Abbiamo approvato in una giunta appositamente convocata -- ha spiegato il sindaco palermitano -- un manifesto proposto da Salvatore Borsellino, nel quale chiediamo la convocazione immediata del Comitato ordine e sicurezza pubblica di Palermo e di Messina, della Commissione parlamentare antimafia per chiedere al Csm di rivedere il provvedimento disciplinare nei confronti del pm Di Matteo, che ha subito e subisce minacce e ogni giorno rischia la vita per dare credibilità alle istituzioni». Gli striscioni che prima 'marciavano' per la città sono stati esposti dalle finestre di Palazzo delle Aquile mentre nella piazza si svolgeva l'atto finale di questa manifestazione di solidarietà con il flash mob in cui si è simulata una sparatoria in ricordo delle stragi; la lettura di alcuni brani e delle dichiarazioni che lo stesso Di Matteo ha affidato alle Agende rosse per ringraziare il sostegno della cittadinanza a cui è seguito il suo 'Andremo avanti' (servizio di Rossella Puccio).

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