Aperta per tutta l’estate la piscina del boss Totò Riina all’interno della villa confiscata in via Bernini a Palermo, oggi sede dell’Ordine dei Giornalisti di Sicilia. “La decisione – spiega in una nota il Consiglio regionale guidato dal presidente Riccardo Arena - scaturisce dall’esigenza di salvaguardare il bene, assegnato, come tutto il resto dell’immobile, dall’Agenzia nazionale dei beni sequestrati e confiscati alla mafia, e che l’Ordine, per contratto, ha il dovere di mantenere in condizioni di efficienza, evitando il degrado in cui la piscina, senza assistenza né cura, rischiava di cadere. Di recente, infatti, le mattonelle della vasca iniziavano a staccarsi, sulle pareti si formava il calcare e il fondo, dove si notava la sgradita presenza di alghe, diventava ricettacolo di insetti e di altri moscerini, con fuoriuscita di cattivi odori. Scartata l’idea della copertura, che avrebbe richiesto un intervento economico eccessivo, il Consiglio ha scelto la strada della riapertura, provando a fornire ai colleghi iscritti un ulteriore servizio e un’occasione di incontro e di confronto fuori dalle redazioni”. “Naturalmente – prosegue la nota - l’operazione avrà dei costi: la piscina sarà così aperta per un periodo di prova di un mese. Poi sarà lo stesso Consiglio, valutando le presenze e la reale fattibilità dell’operazione, a decidere l’eventuale proseguimento per tutto il periodo estivo. L’apertura sarà tutti i giorni, escluso il lunedì (giorno in cui verrà effettuata la pulizia generale) dalle ore 10 alle 18. In questo orario (ma anche un’ora prima e fino a un’ora dopo) la struttura sarà dotata di personale qualificato, destinato alla sicurezza dei bagnanti, all’assistenza e alla manutenzione della vasca”. L’accesso alla piscina è previsto per un massimo di 30 persone al giorno, previa prenotazione ai numeri: 091.7745909 o 334.1201284. Ciascun giornalista potrà essere accompagnato da non iscritti (massimo 4). La quota da versare per ogni singolo accesso è di 5 euro, i minori di 14 anni pagheranno 2,50 euro (servizio a cura di Calogero Giuffrida).