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Cori antimafia e tricolore a Palermo in nome di Falcone

Colorate e tricolore, giovani e consapevoli, antimafia e fiere, così camminano le idee di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino attraverso una città che veste, ancora una volta, la sua memoria a lutto di una promessa rigogliosa e rivoluzionaria, a cui tutti sembrano davvero credere, siglata con un futuro che si riappropria della parola "onore" restituendola alla gente onesta, a chi (e non importa l'età) crede davvero nel cambiamento e lo porta per strada, lo grida, lo balla, lo ha appuntato su una maglietta, o uno striscione, o lo sventola da un balcone con il suo candido bianco che vuol dire "no alla mafia", "no ai compromessi", "no all'illegalità". «Gli uomini passano, le idee restano. Restano le loro tensioni morali e continueranno a camminare sulle gambe di altri uomini», sono i giovani studenti accorsi a Palermo da tutta Italia a rinnovare frasi come queste, quando gli chiedi che cosa Falcone e Borsellino rappresentino. Indossano le loro parole, ma non come un copione imparato a memoria durante le lezioni in classe, ti spiegano il perché e ti raccontano dell'emozione di essere lì in migliaia, contro quello che definiscono un "virus". Sono tantissimi, migliaia, come una macchia di colore iridescente che ogni tanto lascia volare in cielo una delle sue sfumature: quei palloncini tricolore che hanno caratterizzato questa giornata. I ragazzi indossano tutti la maglietta bianca con lo slogan della manifestazione: "23 maggio, le nuove rotte dell'impegno", e in mezzo a loro ci sono anche personaggi della politica e della società civile: i ragazzi di AddioPizzo e Libera che hanno animato il corteo partito da via D'Amelio battendo tempo e musica a suono di legalità, riuscendo a coinvolgere anche chi, pur non scendendo in strada, ha deciso di esserci sventolando il tricolore o un lenzuolo bianco dal proprio balcone. In mezzo a quei ragazzi, che sono anche scout o volontari del servizio civile, ci sono anche il sindaco Leoluca Orlando, il deputato di SEL Erasmo Palazzotto, l'onorevole Fabrizio Ferrandelli che oggi si è insediato in qualità di vicepresidente nella commissione regionale Antimafia dell'Ars. Altre cariche politiche presenziano sul palco allestito sotto la magnolia diventata simbolo della memoria: il governatore siciliano Rosario Crocetta, il presidente del Senato Piero Grasso, il ministro Josefa Idem, il presidente della Camera Laura Boldrini, l'attore Giorgio Mirabassi e il cantante Nicolò Fabi che ha intonato due dei suoi brani. Alle 17.58 (ora in cui fu fatto esplodere il tritolo che uccise Falcone, sua moglie Francesca Morvillo e la scorta) è la volta del silenzio intonato dalla banda che segue il corteo, ogni rumore tace come ogni anno, 21 dalla strage di Capaci, immolando tutti alla commozione. È come un lungo abbraccio in una strada che sembra non avere né inizio né fine, fitta di volti di ogni età, con gli occhi brillanti e le voci dismesse finché all'ultima nota insieme ai palloncini colorati si liberano lunghi applausi e il nome di Giovanni che porta di nuovo un sorriso commosso su labbra che vogliono credere (servizio a cura di Rossella Puccio).

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