Chiaro e diretto, con un pizzico di passionalità che non guasta quando si parla di trasparenza e legalità applicata alla pubblica amministrazione, è quanto trapela dalle parole dell'avvocato Nino Caleca che stamane, durante la conferenza stampa indetta dall'Azienda Ospedaliera Civico di Palermo nell'aula "Barbera" del complesso, ha illustrato dal punto di vista giuridico i 23 articoli dei diritti e dei doveri morali del Codice etico varato dal Civico, in cui sono esplicate le responsabilità etico-sociali di ogni membro dell'organizzazione. Una rivoluzione etica perché, come sottolineato dal commissario straordinario, Carmelo Pullara, questo Codice è il primo realizzato e adottato da una pubblica amministrazione siciliana, e il primo di terza generazione in Italia. Tante le novità che colpiscono, soprattutto perché quando si parla di sanità è facile giungere allo stridente binomio che la accosta all'infiltrazione mafiosa: come ha infatti ricordato l'assessore alla Sanità, Lucia Borsellino, presente alla conferenza stampa, «tanti e ingenti sono gli interessi inquinati che gravitano intorno a questa sfera». Il coinvolgimento di AddioPizzo, Confindustria e magistrati impegnati come Del Bene e Viola, presenti anche all'incontro di oggi, mostrano una volontà forte di rottura con un passato in cui si è stati abituati a vedere stilare codici etici di varia sorta senza che poi si attuassero. Altra novità da sottolineare è l'istituzione di un Comitato etico di vigilanza che non solo faccia da garante, ma che con pieni poteri abbia facoltà di muoversi in tutte le sfere dell'azienda, decidendo, in maniera del tutto indipendente e, anche, informale, di indagare sulle aziende portatrici di interesse, così come sui dirigenti e i dipendenti. Il Comitato avrà durata in carica di tre anni, rinnovabile una sola volta. Al momento è in fase di formazione. Saranno cinque i componenti: l'avvocato Nino Caleca, il procuratore della Repubblica di Trapani, Marcello Viola, il pubblico ministero della Procura di Palermo, Ennio Petrigni; entrambi hanno dato la loro disponibilità all'incarico, e hanno avanzato la richiesta di autorizzazione alla nomina al Consiglio Superiore della Magistratura. Come spiegato dall'avvocato Caleca, che ha redatto il Codice in collaborazione con l'avvocato Marcello Montalbano, ogni azienda che intratterrà rapporti con l'Arnas dovrà avere e attuare un Codice etico eguale ed essere garante di un'attività priva di ombre e illeciti, una violazione di questo patto comporterebbe la richiesta di risarcimento danni. In primo piano anche la garanzia della pubblicità delle operazioni relative allo svolgimento degli appalti per le forniture di beni e servizi, e la volontà di registrazione audio video delle sedute. Trasparenza anche nelle operazioni relative allo svolgimento di procedure concorsuali per la selezione di personale. E proprio riguardo al personale, si legge nel Codice: «ogni dirigente, dipendente e collaboratore deve ispirare la propria condotta professionale ai principi di legalità e trasparenza, e in particolare, ha il dovere di denunciare ai vertici aziendali e all'Autorità giudiziaria ogni condotta finalizzata a fuorviare la legittimità e la legalità dell'operato aziendale, nonché ogni tentativo di imposizione del cosiddetto "pizzo" sotto qualsiasi forma di cui si viene a conoscenza nell'espletamento dell'attività in nome e per conto dell'Azienda». La presenza dell'assessore alle Attività sociali del Comune di Palermo, Agnese Ciulla, ha poi svelato particolari di una fitta collaborazione tra il governo regionale e quello locale, sia per definire e migliorare il "Patto per la salute", che nella scelta di estendere tale Codice a tutte le aziende ed enti pubblici. Un progetto ambizioso e difficile, ma che fan ben sperare perché potrebbe finalmente mettere in difficoltà quelle aziende che cedono alle pressioni della mafia, pagando il pizzo, o che sono a gestione diretta della criminalità, dando respiro e premiando chi, invece, opponendosi a questa gestione viene però poi schiacciato da una competizione illecita (servizio a cura di Rossella Puccio).