PALERMO. Una scommessa che vogliono vincere. Tedino e Lupo, rispettivamente nuovo allenatore e nuovo ds del Palermo, hanno dato vita alla loro avventura in rosanero, un’occasione ghiotta e fondamentale per la carriera di entrambi. L’ex Pordenone, Bruno Tedino sa bene che Palermo è una piazza calda e che sarà un’impresa riportare entusiasmo verso i tifosi che ormai contestano apertamente la proprietà da diversi giorni. Oggi per entrambi presentazione alla stampa, successivamente si metteranno al lavoro per costruire il nuovo Palermo, il Palermo che dovrà far ricredere gli scettici. “Ringrazio la gente che mi ha accolto qui a Palermo, una città civilissima e meravigliosa anche nelle difficoltà – dice il tecnico - c’è un grande gruppo di lavoratori, questo mi ha colpito molto e sono orgoglioso perché io vengo dalla strada e dalla gavetta, da grandi difficoltà per arrivare fino a questo punto. Ho questa occasione importante che voglio condividere con tutti, staff, giocatori e popolo”. Tedino ha già le idee chiare: “Noi dobbiamo essere bravi a trascinare i tifosi, a ritrovare l’entusiasmo dopo la retrocessione. Siamo convinti del nostro lavoro e della nostra dignità. Siamo convinti di poterci tirare su le maniche, il primo passo toccherà a noi. Faremo delle cose importanti, ma innanzitutto è dovuto sapere che abbiamo una voglia, una motivazione e uno stimolo per incuriosire ancor di più la gente, Vogliamo far capire che c’è grande compattezza, questa città deve essere un modello nazionale e non solo. Essere in una città così gloriosa è motivo di soddisfazione, la cosa importante è sapere che insieme si possono superare le difficoltà del campionato di Serie B con società piene di entusiasmo”. Poi considerazioni anche sui “proprietari” del Palermo: “Le ambizioni di Zamparini sono rimaste intatte, lui è rimasto molto legato a Palermo ed è molto motivato. Penso sia disponibile per qualsiasi tipo di sacrificio. È altrettanto motivato il presidente Baccaglini, sono rimasto sorpreso del rapporto che hanno lui e Zamparini. In Maurizio io ho trovato una persona molto leale ed energica, disponibile a sentire quello che dice la controparte. Sono sempre stato un allenatore “aziendalista” che pensa al bene della società, non ho detto chi deve restare o meno, c’è stato uno scambio di vedute su diversi giocatori. L’allenatore aziendalista mette a disposizione la propria competenza e la propria passione. Io a 52 anni studio ancora per migliorarmi, conoscendo il maggior numero possibile di giocatori”.