PALERMO. Ha qualche ruga in più, ma sempre lo stesso sorriso Eugenio Corini. Il capitano è tornato, stavolta da allenatore, con l'ambizioso obiettivo - vista la scarsa qualità tecnica della squadra e l'ultimo posto in classifica - di salvare il Palermo da una nuova retrocessione in serie B.
Lo ha chiamato Maurizio Zamparini. Visto come si sono lasciati, è una decisione a sorpresa ma sicuramente è la più gradita dai tifosi. Nessun palermitano può dimenticare quella grande squadra rosanero che proprio Corini trascinò dalla B alla Uefa. Il "genio" dovrà riuscire in quello in cui ha fallito il suo predecessore Roberto De Zerbi: cavare il meglio da questa squadra e renderla solida, soprattutto in casa (finora zero punti al Barbera).
"Conosco la strada per salvarci - ha detto Corini nella sua prima conferenza stampa da allenatore rosanero - Sono davvero contento di essere tornato a Palermo. Ringrazio il presidente Maurizio Zamparini, per l'opportunità". Chissà come sarà il nuovo rapporto tra Corini e il patron.
Come ha ammesso l'ex giocatore, "quando giocavo, non è che parlassimo sempre. Con lui c'è sempre stato un rapporto franco e diretto. Nella vita tutto va avanti, fermarsi a ciò che è successo ha poco senso. Qui inizia un'altra avventura, il trascorso da calciatore c'entra poco. Io porto qui anche le mie altre esperienze: possiamo farcela, io ci credo".
Corini ripartirà dalle certezze del Palermo. Da quel 3-5-2 caro a Beppe Iachini che lo ha inculcato come un mantra ai giocatori negli anni. "Secondo me - ha spiegato il tecnico - bisogna rispettare le caratteristiche dei giocatori. Questa è la base da cui partire. Per questo il 3-5-2 mi sembra il modulo migliore, si può usare anche il 3-4-1-2. Possiamo sperimentare altro in futuro, ma al momento dobbiamo partire dalle nostre certezze. Inoltre, abbiamo pochi ragazzi a disposizione, ci sono tanti infortunati. Bisogna mettere in campo chi sta bene fisicamente".
Corini ha capito che puntare sulla qualità sarebbe una scelta sbagliata, quindi l'obiettivo è l'armonia di squadra e l'entusiasmo, da ritrovare anche grazie al pubblico del Barbera. "La qualità io non la misuro nei singoli, bensì nella capacità di creare un'armonia: abbiamo tanti ragazzi bravi - ha aggiunto - ma i talenti devono essere contestualizzati. Bisogna creare l'alchimia: gli esperti aiutino i più giovani. Una volta fatto questo, tutto verrà più semplice". Il vantaggio di Corini è l'esperienza a Chievo. "Il paragone ci può stare. Io queste situazioni le ho vissute - ha concluso - In questi casi occorre trovare la luce, la motivazione giusta". Un risultato positivo contro la Fiorentina, domenica al Franchi, sarebbe un'ottima partenza.
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