PALERMO. Si rompe il muro di omertà delle vittime delle estorsioni a Corleone, luogo simbolo del potere mafioso. Un commerciante finito nel mirino del racket, titolare di un autosalone, ha confermato agli inquirenti la pressione delle cosche. E' uno dei particolari dell'operazione che oggi ha portato a 4 arresti tra Corleone, Villafrati e Belmonte Mezzagno. L'inchiesta è stata coordinata dall'aggiunto Leonardo Agueci e dai pm Sergio Demontis e Caterina Malagoli. La vittima è stata intercettata dai carabinieri mentre chiedeva uno sconto sul pizzo. Convocata dai carabinieri ha negato, come spesso accade, ma ha raccontato anni di soprusi e vessazioni.
"E' un ottimo segnale - ha detto il comandante del gruppo Monreale Pierluigi Solazzo - i commercianti, già stritolati dalla crisi, non possono più sopportare anche la pressione mafiosa". Nell'inchiesta sono coinvolti tra l'altro un mafioso già arrestato con l'accusa di avere garantito al boss Bernardo Provenzano i proventi di estorsione e un fedelissimo del capomafia Antonino Di Marco, finito in cella nell'operazione Grande Passo.
"Tra i fermati anche due persone finora sconosciute alle forze dell'ordine - ha spiegato Bernardino de Chirico, comandante della compagnia dei carabinieri di Partinico -, il loro anonimato li ha favoriti".
immagini di Salvo Militello
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