Uno ha fatto il suo esordio oggi vincendo e conquistandosi il terzo turno degli Internazionali, l'altro è da poco più di 24 ore a Roma e farà la sua prima partita domani (13 maggio). I riflettori degli Internazionali si accendono sulla sfida, per ora a distanza, tra Sinner e Alcaraz. L'altoatesino nella parte alta del tabellone, lo spagnolo in quella bassa, con un possibile incrocio solo in finale.
Al 21 maggio, però, manca ancora un po’, per questo Jannik nel frattempo si concentra sul presente che come primo avversario ha portato in dote l’australiano Thanasi Kokkinakis. La partita dura poco più di un’ora e non ha praticamente storia, basti pensare al primo set terminato 6-1 per l’azzurro, lasciando appena sette punti all’avversario. «Ci siamo preparati bene - ha spiegato Sinner a fine partita - Fisicamente sto bene. Poi è chiaro che ci sono tornei dove si fa più fatica, mentre altri, come questo, sono speciali. Roma mi piace tanto e sono molto contento di essere qui».
Obiettivi non ne indica, ma dopo aver fatto sempre almeno semifinale in tutti i Master 1000 ai quali ha preso parte in stagione, l’aspettativa non può che essere alta. «Per me è molto importante fare più esperienza possibile - ha aggiunto - Ma ogni torneo sento di poter andare lontano». I favoriti, neanche a dirlo, i soliti. «Djokovic anche quando non è al top non può non essere considerato tale e Alcaraz: lo ha dimostrato a Madrid».
Un torneo, quello spagnolo, che lo scorso anno però costo a Carlos la presenza a Roma. Non quest’anno, perché la formula con l'upgrade lascia più tempo ai giocatori di riposare ed ecco che lo spagnolo si affaccia per la prima volta al mille capitolino. «Mi sono allenato appena due volte, non ho ancora visitato la città, appena potrò mi piacerebbe farlo - ha raccontato in conferenza stampa Alcaraz -. Per adesso mi sto godendo i tifosi e il circolo». Domani, intanto, l’esordio con Albert Ramos, un altro spagnolo che lo riporta indietro nel tempo perché ha rappresentato la prima vittoria nel circuito Atp. Da quel giorno di strada ne ha fatta, fino ad arrivare ad essere numero uno al mondo ma il suo sogno è essere «il più grande di sempre nel tennis».
E il percorso intrapreso sembra quello giusto. Così come quello che Fabio Fognini sta portando avanti a Roma, infiammando il Pietrangeli nella sfida con Miomic Kecmanovic vinta in due set. «Sono 15 anni che gioco qui. Quel campo mi dà sempre emozioni particolari - ha detto a fine partita Fognini, ora al terzo round - Ci sono stati anni che non mi hanno ascoltato. Questa cosa ha premiato la vecchia. Oggi sapevo che esordiva Novak, sapevo che giocava Jannik e ho chiesto di mettermi sul Pietrangeli, no sul Grandstand perché non dà emozioni». La chiosa sul futuro: «Ho voglia di giocare. La cosa principale è arrivare da qua a Wimbledon, ma la parte prima sull'erba non la giocherò. A 35 anni non ho voglia di fare le qualificazioni per Wimbledon. Quindi dovrò giocare dei Challenger grandi, mettendo dentro più possibili».
Il palermitano Marco Cecchinato scende in campo domani per il secondo turno: di fronte Roberto Bautista Agut.
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