Si sono emozionati e i loro occhi lucidi hanno mostrato la gratitudine. I senzatetto della città si sono sentiti amati e pensati. Qualcuno nel giorno di Pasqua è andato a trovarli, a fare loro gli auguri. Sono i volontari dell’associazione Anirbas che da anni, tutte le domeniche, portano cibo e coperte a chi dorme in strada e non ha niente. Ma quella domenica, giorno di Pasqua, i poveri della città non si aspettavano di vedere in strada il pulmino di Anirbas. Del resto nel giorno di festa si sta a casa e si mangia insieme alle proprie famiglie. Sabrina Ciulla invece, fondatrice dell’associazione, insieme ad altri volontari, non riuscivano proprio a non pensare ai loro amici sparsi per la città.
“Faceva pure freddo quella sera - spiega Sabrina Ciulla – e non ci abbiamo pensato due volte. In tanti si sono dati da fare per regalare un sorriso a chi non ha una famiglia con cui festeggiare il giorno di Pasqua”. Ed è così che la volontaria Olga si è messa ai fornelli e ha preparato le tradizionali cassate con la ricotta. La gelateria Oriol di Ina e Filippo ha messo a disposizione altri dolci così come il panificio di Fabrizio Di Miceli. E quando i senzatetto hanno visto andare incontro a loro i volontari di Anirbas, non credevano ai propri occhi. Per loro non c’era solo il pasto completo che ricevono tutte le domeniche ma tanti dolci che hanno mangiato insieme ai volontari, come si fa tra amici. “E’ stata una domenica indimenticabile – continua Sabrina Ciulla -. Eravamo felici tutti di condividere quel momento. Ci siamo seduti a terra con loro e abbiamo mangiato tutti insieme”.
I volontari di Anirbas conoscono bene coloro che vivono sui marciapiedi, sui gradini delle chiese, sotto i portici, sulle panchine o alla stazione. Sabrina Ciulla conosce nome e cognome di ciascuno, sa da quanto tempo è lì e perché è finito in strada. Tutti tranne una donna che domenica ha incontrato per la prima volta. “Siamo entrati all’interno della stazione Orleans e ho visto che lì dormiva una donna anziana che non avevo mai visto prima – conclude Sabrina Ciulla -. Non aveva neanche le coperte. Gliele avevano rubate mentre si era allontanata per poche ore dal luogo. Mi ha detto che è sola al mondo e non ha figli. Non riesco mai ad abituarmi a queste storie di dolore. Ancora una volta mi sono resa conto che ci sono tante, troppe persone che soffrono ogni giorno terribilmente e non possiamo girare la faccia dall’altra parte. Hanno bisogno di noi e quella sera di Pasqua non sono stati i dolci a farle stare bene ma il tempo che hanno trascorso con noi, dimenticando, anche solo per pochi momenti, la sofferenza e sentendosi ancora parte del mondo”.
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