Arriva puntuale, come ogni anno, la tradizionale sagra del minestrone di Capaci. Per le strade del comune alle porte di Palermo il 19 marzo si respirano profumo di legumi, broccoli, verdure e un clima di comunità e condivisione. Un evento che ha una storia e una tradizione più che centenarie, un'usanza popolare molto sentita dagli abitanti del luogo: per San Giuseppe i capacioti aprono le loro porte e offrono il minestrone a chiunque passi davanti l'ingresso di casa. E poi la salsiccia, le sfince e i gruppi folk. In piazza Matrice, dalle 11 di stamattina, 10 grandi pentoloni pieni d'acqua, riscaldati a legna, vengono riempiti dai volontari di ogni "ben di Dio" prodotto negli orti locali: uno spettacolo di odori, sapori e di convivio, che si rinnova e si tramanda da almeno un secolo e mezzo. Una festa che si è fermata solo per due anni nel periodo della pandemia da covid, ma che adesso è tornata più viva che mai. Un anno fa, grazie all'associazione L'Orma e al progetto Coloriamolo assieme, un grande murale realizzato dall'artista Igor Scalisi Palminteri fa bella mostra di sé su un muro della piazza del centro a Capaci. È San Giuseppe, ma vestito con abiti moderni. Ha davanti la classica minestra e in mano un cucchiaio. Gli occhi non guardano il piatto ma la piazza e sembrano invitare chi lo guarda a sedersi al tavolo con lui per gustare quel minestrone che sa di antico, che ricorda le nostre nonne e il nostro innato senso di ospitalità.