Palermo

Venerdì 22 Novembre 2024

In fuga dalla guerra, accolta a Palermo come volontaria: storia di Sasha, ragazza ucraina

Sasha, la ragazza ucraina accolta a Palermo
 
 
 

Sasha è una ragazza ucraina di Kiev, in fuga dalla guerra, che ha trovato rifugio a Palermo grazie a un progetto di volontariato europeo. A rendere nota la sua storia, in vista della Giornata internazionale del volontariato che ricorre domani, lunedì 5 dicembre, è l’associazione di promozione sociale Per Esempio Onlus di Palermo, che ha anche realizzato una video-intervista. A Kiev lavorava come social media & community manager per diverse aziende. Quando a febbraio la Russia ha attaccato l’Ucraina, è diventata all’improvviso una sfollata. Durante il primo mese di conflitto, ha vissuto in Moldova con i familiari. È stato allora che ha trovato online la possibilità offerta dall’organizzazione Per Esempio di spostarsi in Italia come volontaria, grazie a un programma dell’Unione Europea, l’Esc (European Solidarity Corps), che offre ai giovani tra i 18 e i 30 anni opportunità di volontariato nell'ambito di progetti che hanno l'obiettivo di costruire società più inclusive e rispondere ai problemi sociali. «L’opportunità di fare questa esperienza è arrivata nel momento giusto perché non avevo davvero un posto dove andare», racconta. Adesso a Palermo divide la sua settimana tra il centro Penc, spazio che si occupa di donne e ragazze soprattutto migranti in condizioni di marginalità, le associazioni Santa Chiara e Parco del Sole, che operano nel cuore dell’Albergheria e si prendono cura dei bambini del quartiere in condizioni di povertà educativa, Ubuntu, asilo nido e ludoteca interculturale, la cooperativa turistica Terradamare e altri progetti dell’associazione. Il Centro Penc accoglie anche diverse donne ucraine. Lei e Maryana, un’altra volontaria ucraina, di Leopoli, una volta alla settimana organizzano un corso di danza ucraina. «Quella di Sasha - - spiega Claudio Arestivo, presidente di Per Esempio Onlus - è una delle tante storie capaci di dimostrare l’impatto concreto che i programmi di mobilità del mondo Erasmus+ possono avere sulla vita delle persone. Il progetto Be Present 2.0 è stato approvato alla nostra organizzazione quasi in concomitanza con lo scoppio della guerra in Ucraina. Con il pensiero a questo terribile evento ci siamo chiesti come poter dare il nostro contributo e cosi abbiamo deciso di dedicare questa ottima opportunità a youth worker, membri di associazioni, volontari che in quei mesi tentavano di mettersi in salvo e scappare dall’Ucraina. La nostra preoccupazione ad oggi è capire come dar proseguo a progetti come quello di Sasha e Maryana, impedendo che la prossima chiusura delle attività possa determinare l’interruzione di un processo di accoglienza ma anche di inserimento e inclusione nella comunità locale. Sappiamo che questa è una di tante altre storie di volontari provenienti da contesti di conflitto e deprivazione accolti dalle tante organizzazioni attive in Italia con le quali insieme all’Ang, Agenzia nazionale giovani, e al programma Erasmus+ vorremmo interrogarci per individuare azioni e strategie capaci di supportare gli stessi soggetti nei percorsi di autonomia e fuoriuscita dai progetti».    

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