Beer Bubbles conquista Palermo, in 30mila al primo giorno del festival della birra artigianale - Foto
Beer Bubbles primo giorno. E già si parte alla grande: ieri sera (giovedì 6 giugno) via Maqueda era veramente affollata. Si stima in circa trentamila presenze il lancio del festival della birra artigianale. Che però “si conta” a bicchieri e fusti spillati: e allora ecco i numeri. Tremila bicchieri distribuiti (il bicchiere ecofriendly - gadget si acquista la prima volta, poi viene sciacquato e riempito ad ogni giro) duemilacinquecento litri di birra spillati, pari a venticinque ettolitri. La curiosità ha battuto la novità: funzionano soprattutto i birrifici artigianali siciliani, e il pubblico fa la fila per provare i nuovi tipi di birra di case già conosciute sul territorio. Chi vuole tentare azzardi – la birra al rabarbaro batte la “collega” aromatizzata al mandarino – chi vuole andare sul sicuro – una blackberry IPA affinata in barrique di Pineaut Des Charentes – che beve bene e basta. Tra il pubblico, si distingueva gli intenditori che, alla maniera degli enologi, disquisivano di sentori e profumi; e gli appassionati, che si andavano a cercare la birra più particolare. Insomma, Beer Bubbles mette d’accordo tutti e sul weekend – da venerdì a domenica - si aspetta il pienone in questo tratto di via Maqueda (dai Quattro Canti a via Torino) che di solito non è molto coinvolta nei flussi turistici. Da venerdì è anche visitabile in notturna Palazzo Sant’Elia con le guide di Terradamare. Sempre a Palazzo Sant’Elia, continuano i laboratori tematici, già molto affollati, promossi da Bauhaus che organizza il festival. Curati da Mauro Ricci, condotto da Andrea Camaschella e Riccardo Paternostro. Sabato si discuterà alle 13 dell’unicità del terroir delle birre siciliane con Mauro Ricci, Eugenio Ricca, Giacomo Cosentino, Marco Gianino, Vito Biundo per poi degustare una Bionda II del Birrificio 24 Baroni; Saia di Yblon;Pink Noise di Ballarak e una Sicilian Pale Ale del birrificio Bruno Ribadi . dalle 15 alle 16,30 si parlerà di birre Sour (aspre) e Wild (letteralmente selvagge), capolavori per intenditori e per chi ha voglia di andare un po’ oltre i propri gusti abituali. Sul Progetto Klanbarrique parleranno Agostino Arioli, Nicola Francesca. In degustazione le birre Bang Bretta, I’M , Padosè. Domenica alle 15 si chiude con un seminario sull’IGA (Italian Grape Ale) e le fermentazioni Italiane. Ovvero finalmente si cercherà un anello di congiunzione tra il mondo del vino e quello della birra. Con Agostino Arioli, Andrea Camuto, Eraldo Corti. Ricordiamo che i birrifici sono trenta: undici arrivano dalle tre punte della Sicilia, tre laziali e tre lombardi, due piemontesi e altrettanti umbri, uno ciascuno per Abruzzo, Molise e Toscana. Più gli stranieri. Eccoli: Alveria (Siracusa), Ballarak (Palermo), Bruno Ribadi (Cinisi), Epica (Sinagra), Ingargiola (Mazara del Vallo), Malarazza (Siracusa), Vespri (Altavilla Milicia), Yblon (Ragusa), 24Baroni (Sperlinga), Kottabos (Rocca di Caprileone), Rock Brewery (Brolo), La Casa di Cura (Teramo), ‘A Magara (Catanzaro), Foglie d’Erba (Udine), East Side (Latina), Jungle Juice (Roma), Pontino (Latina), Birrificio Italiano (Como), Birrificio Lambrate (Milano), Manerba (Manerba sul Garda), La Fucina (Isernia), Cane di Guerra (Alessandria), Croce di Malto (Novara), Chianti Brew Fighters (Siena), Birrificio Perugia, San Biagio (Umbria). Gli internazionali: la scozzese Brew Dog, più uno spazio per i Beer firm (ovvero chi inventa una nuova ricetta di birra ma la fa realizzare tramite un birrificio) e quindi Okorei (Napoli), Cauldron, Birra Strammusa, The BrewBrothers, 56 Craft Beer e AviamBrewing. E per le birre in lattina (ovvero le can).