PALERMO. Alle nove del mattino, a un’ora dall’apertura dei cancelli, al botteghino della Fiera del Mediterraneo, c’è una lunga coda. Tanti giovani, qualcuno di loro indossa parrucche colorate, abiti dai colori sgargianti, maschere. Sembrano usciti da un cartone animato. A Tokyo sarebbe la normalità, da queste parti lo è pure se il contesto è quello della «Palermo Comic Convention». La seconda edizione della rassegna che mette insieme «Cosplay» (l’arte del travestimento), fumetti, giochi e videogiochi è partita ieri mattina e si concluderà domani sera. Tre giorni e un calendario fitto di eventi. Un anno fa vennero staccati 23 mila biglietti, adesso gli organizzatori puntano a migliorare il risultato, puntando non solo sulle attrazioni ludiche, ma anche sul dibattito e sulla riflessione. E soprattutto sui nomi. Ospiti che ai più magari non dicono nulla, ma che mandano in solluchero gli appassionati del genere. E così nel pomeriggio è ovazione per Lucy Lawless che prima sfila sul red carpet, poi si sofferma a parlare coi giornalisti. Lei è l’attrice protagonista di «Xena-Principessa guerriera», serie tv fantasy ambientata nell’antica Grecia che tra la fine degli anni Novanta e l’inizio dei Duemila incollò davanti allo schermo milioni di teenager. Che ora sono cresciuti come Giacomo Muraglia, 27 anni, scultore. Dal team, che lavorando per mesi ha messo su il festival, gli hanno chiesto di realizzare un’opera da esporre in fiera. Lui dopo tre giorni e mezzo con le mani in pasta è riuscito a portare una statua di Xena in argilla alta più di due metri. «È stata una faticaccia – racconta Muraglia - ho lavorato anche di notte, ci sarebbe voluto molto più tempo». Ma il risultato (buono) è sotto gli occhi, anzi sotto le fotocamere di tutti. Scatti all’autore accanto alla statua e raffiche di selfie. Ad accogliere la celebre attrice anche il sindaco Orlando: «Questa manifestazione conferma il percorso di rinascita, sempre più in chiave internazionale, degli spazi della Fiera». Fiera che è anche il regno della tecnologia. Nel reparto «nerding», dedicato appunto ai patiti di console e dintorni, espongono le più grandi case internazionali di hardware e software. C’è chi si accontenta di una «rudimentale» partita alla Playstation, chi invece inforca un paio di occhialoni neri e prova la realtà aumentata. «Un gioco spaziale – commenta Carmelo, quindicenne studente – c’erano robot che mi sparavano e io evitavo le pallottole spostando la testa». C’è anche chi passa il tempo con i tradizionali scacchi o con la dama e chi sperimenta giochi da tavolo che sembrano complicatissimi. «Le fiere – spiega Riccardo Orsini, responsabile ospiti della Palermo Comic Convention – sono un test importante, qui si può capire se il gioco funziona o meno e proporlo poi alle case produttrici». Oltre che Lucy Lawless, tra i più attesi c’è anche David Lloyd, l’illustratore inglese di «V for Vendetta» o per usare un’altra definizione il creatore della maschera utilizzata dagli attivisti internet di Anonymous. L’appuntamento della sera della giornata d’apertura è invece con Giorgio Vanni, cantante delle sigle di cartoni che hanno fatto epoca come Dragon Ball, Pokémon, Naruto. Al padiglione 20, caldo micidiale a parte, ci sono però tante altre chicche. «Grand Guignol» è il titolo del numero 31 di Dylan Dog. Carlo Tardivo, collezionista di Cuneo, ha portato qui le tavole originali di Luigi Piccatto della storia sceneggiata da Tiziano Sclavi, “papà” del - l’indagatore dell’incubo. «Grand Guignol – spiega Tardivo – è uscito nel 1989, altri tempi per Dylan Dog e lo si capisce dai volti deformati, dal movimento». Nostalgia per uno stile, ma forse anche per un’età che non c’è più. «The Marvelous Age of Comics» è, invece, la mostra che raccoglie tutti i numeri 1 degli albi Marvel degli anni Settanta. «È una dichiarazione d’amore nei confronti di quel periodo», confessa il curatore e collezionista Fabio Capizzi, nato nel 1971, che ha fatto del suo hobby un lavoro, essendo consulente per fumetterie. Il titolo dell’esposizione tradotto in italiano vuol dire «La meravigliosa era del fumetto». Tra i titoli Marvel spunta anche qualche edizione diversa, tipo Curtis. «Dietro c’è sempre la Marvel – continua Capizzi – che adottò questo stratagemma per aggirare la censura della Comics Authority: acquistando formati magazine, che non avevano gli stessi rigidi vincoli, ebbe la possibilità di trattare temi che non potevano passare attraverso i fumetti». Così tra le pubblicazioni Curtis si vede anche una copertina dedicata ad Adolf Hitler con oltre 100 foto del dittatore. Una delle tante idee del frontman di Marvel, Stan Lee. «Un documento storico», lo definisce Capizzi. Un numero si occupa dello «Streaker», tendenza che si sviluppò proprio negli anni Settanta e che vide tanti giovani correre nudi in luoghi pubblici e ad eventi sportivi. Capizzi spiega il senso della sua collezione, poi storce un po’ il naso quando la sua voce viene coperta dai tamburi che accompagnano gli sbandieratori, uno dei tanti spettacoli live della rassegna. Si coglie una lieve sfumatura: il pubblico che è in fiera soltanto per i fumetti è silenzioso, si sofferma sulle copertine, riflette; chi è in costume per rievocare periodi storici, personaggi di film o di cartoni animati è un po’ più rumoroso. “Il Cosplay – spiega Capizzi - è un compromesso che si deve accettare. È innegabile che sia anche un modo per richiamare un pubblico che spende e garantisce introiti”. Per gli organizzatori "sono comunque mondi che convivono bene tra loro e messi insieme compongono un ricco programma che dà ai visitatori la possibilità di rimanere tutto il giorno prendendo parte ad attività diverse”. All’apertura della fiera c’è ancora poco “Cosplay” per la verità. Ma col passare delle ore sono sempre di più quelli che arrivano col proprio costume realizzato a mano, traendo ispirazione dai manga (fumetti) e dalle anime (cartoni animati) giapponesi. Ma c’è da scommetterci che oggi e domani saranno ancora di più con i due Cosplay Contest Pro e con l’arrivo domenica alle 11.30 del tedesco Ben Schamma in arte Maul. Nel frattempo chi strizza l’occhio al Sol Levante si rilassa bevendo nella caffetteria del Maidolls Team Nyan. Anche questa è una moda arrivata dal Giappone. Tavolini striminziti e ragazze che scelgono un tema, in questo caso sono infermiere in abiti corti, che servono caffè al prezzo di un euro, col sorriso stampato in faccia e un’accoglienza speciale per il cliente. Come in ogni MaidCafè nipponico che si rispetti. Poi uscendo dal padiglione 20, guardando in alto domina Monte Pellegrino, guardando in basso si nota l’abbandono di alcuni spazi di quella che fu la Fiera del Mediterraneo. Qui non è ancora Tokyo. (Foto di Alessandro Valenti)