Un’ambientazione epica e green, tra alberi secolari, nel più antico Orto Botanico d’Europa. Per la 31esima edizione de La Macchina dei Sogni, il festival di teatro di figura e di narrazione diretto da Mimmo Cuticchio, quest’anno è stato scelto un paesaggio inusuale che si sposa perfettamente alla letteratura epico cavalleresca, input alla narrazione: l’Orto Botanico di Palermo, creato nel 1789 da Léon Dufourny sul piano di Sant’Erasmo, che secoli prima aveva ospitato i roghi della Santa Inquisizione.
Al progetto di Mimmo Cuticchio – il 31 luglio, poi l’1 e il 2 agosto, più un epilogo il 3 solo per i bambini – sono accorsi entusiasti “colleghi” da tutta Italia: “Tra i sentieri, sotto la luna” (è il titolo scelto) vedrà le guarattelle napoletane di Bruno Leone, il “teatro delle mani” di Marcel Gorgone, i pupi dei Cuticchio con le musiche eseguite dal vivo de GliArchiEnsemble, i medievali In Taberna, le ombre del Teatro degli Incompatibili. Il pubblico assisterà alle azioni teatrali – diverse ogni sera. Punto di riferimento saranno Ficus, carrubi, il Gymnasium, l’erbario - da diverse prospettive, nel rispetto assoluto del verde e degli alberi secolari, alla luce del tramonto. “La Macchina dei Sogni”, ancora una volta, si integra con il luogo che la ospita, rispettandolo e valorizzandolo, scoprendo i suoi segreti. Il verde dell’Orto diventa palcoscenico del mondo e quindi metafora della vita e del teatro. Rispettare la natura e le sue forme è un invito a riconoscere i significati nascosti, con l’aiuto del teatro, della letteratura e della scienza.
La letteratura epico-cavalleresca, fonte principale del repertorio dell’Opera dei Pupi e del cunto, è ricca di descrizioni naturalistiche: boschi, valli e brughiere fanno da sfondo ai convegni d’amore e ai combattimenti. Ma il Verde è imprescindibile anche per il Don Chisciotte del Cervantes, e persino per Galileo Galilei che, grazie al suo primo cannocchiale, descrisse un’improbabile vegetazione lunare, mutuata dalla fantasia dell’Ariosto. Dalla letteratura al paesaggio e dal paesaggio alla letteratura, lo scambio avviene in direzione biunivoca: lo scenario dell’Orto Botanico, di per sé carico di tutti i simbolismi che gli sono propri, ritorna all’arte come elemento ispiratore. Mettendo in gioco ancora una volta la sua poetica teatrale, Mimmo Cuticchio proporrà un connubio inedito e originale fra La chanson de geste e la Natura.
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