Palermo

Venerdì 22 Novembre 2024

Schifani accelera per formare la giunta regionale: ecco tutti i candidati assessori

Elvira Amata - FdI
Giorgio Assenza
Giusi Savarino - FdI
Alessandro Aricò - FdI
Giovanna Volo (Salute)
Marco Falcone - FI
Edy Tamajo
Luca Sammartino - Lega
Vincenzo Figuccia - Lega
Nuccia Albano - Dc
Andrea Messina (Autonomie locali)
Roberto Di Mauro - Mpa

Domani - lunedì 14 novembre - potrebbe essere il giorno decisivo, quello in cui il presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani, dovrebbe ufficializzare i nomi della nuova giunta per poi andare mercoledì all’Ars per il giuramento della sua squadra di governo. Una strategia precisa per lasciare poco margine di manovra ad eventuali ulteriori richieste di inserire assessori esterni. Il condizionale è d’obbligo ma l’intenzione dell’ex presidente del Senato è di rimandare al mittente, sia pure con il garbo istituzionale che lo contraddistingue, il suggerimento arrivato dai dirigenti nazionali di Fratelli d’Italia con il suggello del leader Giorgia Meloni, di fare spazio a due tecnici, cioè al consigliere comunale palermitano Francesco Scarpinato e alla ex deputata ennese Elena Pagana, moglie di Ruggero Razza. Una eventuale deroga al principio degli assessori-eletti mal digerita dai tredici parlamentari siciliani, tanto che sarebbero pronti a respingerla già domani nel corso di una riunione convocata a Palazzo dei Normanni con i due coordinatori regionali, Giampiero Cannella e Salvo Pogliese. I deputati sarebbero pronti a bocciare la ventilata apertura agli esterni che vorrebbero imporre da Roma fornendo così un bell’assist al presidente della Regione. Una posizione che darebbe forza al suo ragionamento: le discussioni – almeno questa sarebbe la linea tracciata dal presidente della Regione – rischierebbero di creare tensioni e malumori nella coalizione ancora prima della formazione dell’esecutivo. Da qui la volontà di bruciare le tappe e di annunciare gli assessori assegnando gli incarichi in base agli accordi presi in precedenza. Ieri è stata una giornata di riflessione: in realtà per i partiti della maggioranza i giochi già sarebbero fatti e soprattutto – così come confermano alcuni big – non piace a nessuno l’idea di dover cambiare in corsa gli equilibri faticosamente raggiunti. La posizione di Schifani è chiarissima: in giunta andrebbero solo gli eletti, ad eccezione di un unico tecnico che dovrebbe guidare la Salute, individuato in Giovanna Volo, ex direttore sanitario del Policlinico di Palermo, oggi in pensione. Frasi ripetute perfino dopo l’elezione del presidente dell’Ars, Gaetano Galvagno, quando già la crisi dentro Fratelli d’Italia era evidente: «Non ritengo di poter rivedere questo principio, per cui ribadirò ai partiti della maggioranza di condividere questa mia impostazione nella rosa di nomi che mi presenteranno per la nomina degli assessori», aveva spiegato Schifani. Diverso, invece, il discorso sulle deleghe: non ci sarebbe nessuna preclusione per un «rimescolamento», così come ogni partito è libero di proporre i profili che ritiene opportuni, ma sempre all’interno dello schema prefissato che prevede quattro assessorati per Fratelli d’Italia, tre per Forza Italia, due ciascuno alla Lega e alla Dc Nuova di Totò Cuffaro e uno agli autonomisti di Raffaele Lombardo. Secondo il toto-nomi, Elvira Amata e Giorgio Assenza sarebbero gli assessori designati per i meloniani della prima ora e Giusi Savarino e Alessandro Aricò per la corrente vicina all’attuale ministro Nello Musumeci; Forza Italia, oltre a Giovanna Volo alla Sanità, dovrebbe mettere in campo Marco Falcone e il recordman di preferenze Edy Tamajo; le candidature della Lega andrebbero a Luca Sammartino e Vicenzo Figuccia; praticamente certi Nuccia Albano e Andrea Messina nella Nuova Dc di Cuffaro mentre l’Mpa avrebbe indicato Roberto Di Mauro. Sorprese dell’ultima ora permettendo visto che le caselle degli assessorati si incroceranno anche con le nomine che riguarderanno le presidenze delle Commissioni, i vice presidente, i questori e i segretari dell’Ars, posizioni che potrebbero essere usate come merce di scambio per comporre il difficile risiko del governo regionale.

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