Palermo

Domenica 24 Novembre 2024

Da mezza Sicilia viveri e farmaci per l'Ucraina. A Caccamo una russa ospita famiglia di profughi

Russa ospita famiglia Ucraina a Caccamo
Raccolta per l’Ucraina
Beni per l’Ucraina
La raccolta
Solidarietà
La raccolta a Caccamo
Sistemazione dei capi di abbigliamento
Raccolta
Da Montevago pronti per partire
Il sindaco Margherita La Rocca Ruvolo
Foto ricordo prima di partire
Sistemazione sul pullman
La Sicilia continua a inviare carichi di generi alimentari e medicine per la popolazione Ucraina e ad ospitare profughi. Una donna russa a Caccamo ha ospitato una famiglia Ucraina fuggita dalla guerra nel suo B&B nel paese in provincia di Palermo. La famiglia è composta da tre donne e tre ragazzi, due cani e un gatto.
"Il racconto della guerra fatto dai russi non è vero - dichiara Iryna Poddubnaya, titolare del B&B -. I miei che vivono in Russia mi hanno detto che il l’esercito deve liberare russi che vivono male in Ucraina. Io ho detto loro che non è vero. Non è questo il motivo della guerra". "Non c'è differenza tra russi e ucraini - dice Galla Mostrosova la donna ucraina fuggita dalla guerra - E’ importante che ci sono persone di buona volontà che danno una mano a chi soffre e vive una condizione difficile». Anche i ragazzi fuggiti cominciano a sorridere e giocare con i cani per tornare alla normalità.
E sempre a Caccamo nei giorni scorsi sono stati raccolti tantissimi generi di prima necessità che nei prossimi giorni partiranno in direzione della Polonia. Tantissimi capi d'abbigliamento invece saranno messi a disposizione di chi sta arrivando. Ieri sono giunti a Caccamo dieci ucraini che sono stati accolti da famiglie, dalla chiesa e da persone che hanno messo a disposizione delle case.

Da Catania, nei giorni scorsi, è partito, diretto a Rava-Ruska, in Polonia, un tir con farmaci e materiale medico sanitario destinato ad un ospedale, raccolti dalla diocesi di Acireale, con il coinvolgimento di volontari ucraini residenti in Sicilia e il supporto di organizzazioni attivate dalla Protezione civile. Da Palermo, invece, è stata pianificata ogni settimana la partenza di un grosso carico di medicine e omogeneizzati, diretti all’associazione ucraini di Romania, su iniziativa di Federfarma e ordine dei farmacisti Palermo, destinati ai bambini nei centri di accoglienza al confine e ai feriti nelle zone di guerra. E’ partito oggi anche da Montevago (Agrigento) il bus umanitario che porterà in Polonia un carico di medicine e beni di prima necessità e che tornerà in Sicilia con a bordo una quarantina di profughi ucraini.  L’iniziativa «Un cuore per l’Ucraina» è promossa dal comune di Montevago in collaborazione con l’associazione di volontariato «A Cuore Aperto». Collaborano altre associazioni del territorio che si sono mobilitate per la raccolta solidale che ha coinvolto in questi giorni anche le comunità di Santa Margherita Belìce, Burgio e Ribera. Medicinali e prodotti per bambini saranno consegnati a Lublino a un medico dell’ospedale di Sumy, tra le città ucraine sotto assedio, dove solo ieri, con l’apertura dei corridoi umanitari, è stato possibile per le agenzie umanitarie far arrivare i primi aiuti. Donne, bambini e anziani troveranno ospitalità nel centro belicino dove alcuni cittadini, rispondendo all’appello del sindaco Margherita La Rocca Ruvolo, hanno messo a disposizione alcune abitazioni. Punto di riferimento per l’identificazione dei profughi, il parroco polacco don Sebastian Kondzior, per diversi anni cappellano ospedaliero al Policlinico Tor Vergata di Roma. «Di fronte a un’emergenza umanitaria di questa portata, la comunità di Montevago - dice il sindaco Margherita La Rocca Ruvolo - ha sentito forte la necessità di fare la propria parte, così come del resto stanno facendo in tanti in tutta Italia e anche nell’Agrigentino. Un’iniziativa che è nata dalla collaborazione tra amministrazione comunale, associazioni di volontariato e cittadini, nella condivisione di un progetto. Faremo di tutto per far sentire i fratelli ucraini parte integrante della nostra comunità e per tentare di alleviare le sofferenze della guerra».

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