Palermo

Venerdì 22 Novembre 2024

Eva Riccobono rivela: «Da piccola non mi sentivo bella, a Palermo piacciono le donne formose...»

Eva Riccobono alla conferenza organizzata da Rougj in collaborazione con la rivista F
Da sinistra Beatrice Valli, Antonio Pirillo, Renato Ancorotti, Luca Dini ed Eva Riccobono
Eva Riccobono usa solo cosmetici made in Italy
Eva Riccobono, mai una “punturina“
Al Lido di Venezia, 2013
Sempre al Festival di Venezia 2013
Ancora Venezia 2013
Venezia 2013
Venezia 2014
Lido di Venezia 2014
Eva Riccobono in posa in occasione di una sfilata per Giorgio Armani (2015)
Eva Riccobono a Venezia nel 2016
Eva Riccobono durante il photocall del film “La Cena di Natale“, Roma, 2016
Eva Riccobono a Venezia nel 2017
Ancora Venezia 2017
Milano Fashion Week, 2020
Venezia 2017
Venezia 2017

«La bellezza? L’ho scoperta con l'età. In Sicilia da bambina mi sentivo un po’ un pesce fuor d’acqua. Lì le donne devono essere formose, mediterranee. Mi guardavo intorno e capivo che qualcosa non andava. In questo per me la moda è stata terapeutica». A raccontarlo, un po’ a sorpresa, è Eva Riccobono, top model internazionale, oggi attrice di teatro e cinema, che dalla sua Palermo con quegli occhi quasi di ghiaccio, la pelle chiarissima e i capelli biondi è invece diventata icona di bellezza e di stile sulle passerelle di tutto il mondo. «La bellezza, però, non basta. Ai casting ce n'erano cento di ragazze più belle di me. Serve che sia accompagnata dai pensieri e dalle sfumature di un essere umano», racconta, protagonista oggi alla Milano Beauty Week, la settimana dedicata alla cultura della bellezza e del benessere nata da Cosmetica Italia in collaborazione con Cosmoprof ed Esxence, nel corso dell’incontro di Rougj su L’importanza del comparto beauty italiano nel panorama europeo. «Cosa chiedo a un cosmetico? Un po' quello che chiederei a un amico: che sia sincero, autentico - racconta a margine all’Ansa -. Compro sempre in farmacia e solo Made in Italy, anche quando sono in giro per il mondo. Non ho mai comprato, per esempio, prodotti americani. Mi fanno un po’ paura. Non amo quando una crema “sa” troppo di chimico. O quando un cosmetico promette trasformazioni impossibili. Penso sia anche un messaggio sbagliato per le nuove generazioni. Non bisogna trasformarsi, ma migliorarsi», riflette lei, mamma di due bimbi: Leo, 8 anni, e Livia 21 mesi. «Ancora la allatto - confessa sorridendo -. È bellissimo, anche se ogni tanto mi ritrovo a perdere il filo per colpa della prolattina». Poi riprende. «A cosa non rinuncerei mai? La crema idratante, soprattutto in inverno. Per me che ho la pelle così sottile è quasi un cappotto. E seguo sempre i consigli della mia dermatologa. Con le sfilate mi regalavano tantissimi prodotti, ma alla fine avevo la pelle distrutta. Oggi non pasticcio più. E sono forse l’unica donna del mondo dello spettacolo che non si è mai fatta una "punturina". Per carità, mai dire mai, ma sono contraria a volersi modificare per forza. Il complimento più bello - confessa - me lo ha fatto mio figlio un giorno guardandomi le rughe sulla fronte. “Mamma cosa sono queste?”, mi ha chiesto. “Sono così belle. Le voglio anche io”. Si scrutava allo specchio, ma ovviamente non ne aveva, il suo viso pullula di collagene - ride -. Con tutto il botulino che le donne si fanno oggi, invece, iniziano a sorgere problemi di relazioni con i figli, perché i visi non esprimono più emozioni. E poi - riflette - quello che vedo in giro non mi piace: persone, anche molto giovani, che finiscono per dimostrare il doppio della loro età. Ma per me è sbagliato in assoluto volere sembrare più giovani. Quando guardo mia figlia, penso a lei come il futuro della giovinezza. E non voglio essere sua sorella, voglio essere sua madre. Sono contenta di questo». Ma lei, desiderata e corteggiata dai più grandi stilisti, ammirata da stuoli di fan e modello per milioni di donne, quando si è scoperta bella? «Con l’età, verso i 35-38 anni - risponde -. Ma più che a vedermi bella, ho cominciato ad accettarmi, perché nessuno si vede mai veramente bello. Ho incontrato donne stupende, che si sentivano brutte. Anzi spesso sono loro le più complessate. È un traguardo che devi raggiungere con te stessa, con un lavoro non di cosmetica, né di chirurgia, ma di conoscenza e accettazione di quello che sei. Questo per me è il capitolo 1 che si dovrebbe studiare per imparare a essere belli».

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