Il più antico simbolo della Sicilia è una testa di donna con tre gambe, la Triscele dei greci, rappresentata nelle pitture vascolari. Alcune ipotesi etimologiche fanno derivare il nome Sicilia dall’unione di due voci antiche: «sik» e «elia», il fico e l’olivo, espressione reale di terra siciliana. E dove ci sono fico e olivo, l’uva non può che riuscire eccellente. Chi coltiva la vite, allora, non svolge semplicemente un lavoro, ma quasi persegue una missione nel campo del buon vivere moderno. E di questi «benefattori» ne troverete tanti, ben 120, tra le pagine di «Vini di Sicilia 2023» che si presenterà, accompagnata da una degustazione, domani mattina all’Orto Botanico (ore 11) e sarà in vendita con il Giornale di Sicilia da martedì 29 novembre a 3,50 euro più il prezzo del quotidiano. La presentazione di domani mattina sarà poi trasmessa a Tgs mercoledì sera (30 novembre) alle 21,30. La sesta edizione della Guida è curata da Francesco Abate e Giancarlo Gariglio, con il coordinamento editoriale di Olivia Reviglio, in collaborazione con Slow Wine.
Da quando, ormai tanti anni fa, è iniziato il «rinascimento» del vino siciliano, è cambiato il palato dei consumatori, è cambiata l’abitudine alimentare e l’interpretazione filosofica del vino che non serve più a dissetare ma viene bevuto con competenza. È cambiato, purtroppo in peggio, il clima. Però in Sicilia la riserva di aromi e di sapori ottenuta da viti inchinate a uno spettacolo unico di cielo, mare e vento, costituisce un patrimonio straordinario difficilmente intaccabile, a cui l’uva risponde con l’intensità cromatica dei suoi chicchi. Un vino isolano oggi vuole lasciare una traccia, perfino passare alla storia. E cavalcare i mercati mondiali.
Spiegano i curatori: «Temevamo gli effetti delle condizioni climatiche, talvolta estreme, precedenti alla vendemmia 2021, sull’uva, sui mosti e sui vini. Certo, non si può affermare che non sia successo niente, ma dopo dodici mesi ci ritroviamo a raccontare la positiva reazione del vigneto siciliano, e di come il lavoro dei nostri contadini abbia fatto la differenza». Se l’olfatto è la vista dell’anima e delle emozioni più intime, come la musica ne è il linguaggio, chi ha lavorato alla Guida lo ha attivato a lungo, in giro per l’isola, da una provincia all’altra, da una cantina all’altra. Abate e Gariglio: «La selezione dei vini che abbiamo recensito quest’anno è sbilanciata sui rossi. Quelli dell’Etna hanno fornito prestazioni interessanti in termini di facilità di beva, ma anche di complessità. I passiti delle isole minori, i marsala di maggiore età e i “metodo perpetuo” sono risultati molto convincenti, pieni di energia».
Una filosofia agricola sicula secondo natura che sembra aver messo in pratica la saggezza conservata nelle mani, unendola alla scienza della tecnica e alla sensibilità dell’animo umano: «Alcuni grandi classici dell’enologia siciliana, ancora più maturi, hanno affascinato per l’articolazione e la lunghezza infinita del sorso. Crescono ancora, e manifestano spiccata aderenza territoriale, i bianchi provenienti dalle isole minori, in primis malvasia e zibibbo. Non ci stancheremo di lodare i catarratto. Il Nero d’Avola ci ha favorevolmente colpiti per frutto e racconto varietale, sia a occidente sia a oriente. Prestazioni convincenti anche per i cerasuolo». Un giro di cantine in cui si toccano con mano dedizione, impegno, passione, forte legame produttivo con la terra, voglia di sperimentazione, ricerca, confronto, rispetto per la natura e la biodiversità. Ne vien fuori un gran lavoro in tutti i vigneti. Criticità? Si legge che i bianchi dell’Etna hanno risentito dell’annata, i grillo hanno messo in mostra un po’ di grasso in eccesso, i frappato sono sembrati tannici. Dalla Guida, infine, un suggerimento: fate scorta di bianchi e rossi del 2019. Annata straordinaria.
Le cantine selezionate
CANTINE TOP
Aldo Viola, Arianna Occhipinti, Barraco, Benanti, Bonavita, Bosco Falconeria, Calcagno, Cantine Barbera, Castellucci Miano, Centopassi, COS, CVA, Di Legami, Ferrandes, Frank Cornelissen, Funaro, Girolamo Russo, Gulfi, I Custodi delle Vigne dell’Etna, I Vigneri, Manenti, Marco De Bartoli, Passopisciaro, Planeta, Poggio di Bortolone, Tasca d’Almerita, Tenuta delle Terre Nere, Tenuta di Castellaro, Tenuta Gorghi Tondi, Valdibella
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