Chi lo conosce, lo sa. Quando si inizia una conversazione con il dottor Antonio Panzica è come giocare all’allegro chirurgo, non si può che suonare con una grossa risata. Risate che proprio durante la finale di Zelig open mic Palermo gli hanno permesso di accedere, grazie al voto del pubblico, al cartellone della prossima stagione di Zelig a Milano.
«Avrò l’onore di vedere il mio nome scritto sul cartellone dello storico Teatro Zelig di viale Monza - ha detto il comico, classe 1986, originario di Termini Imerese - da cui sono passati tantissimi grandi prima di approdare al piccolo schermo nella versione televisiva. È come se andassi a bussare a casa dei maestri a cui tento di rubare sempre qualcosa, entrando con rispetto ma senza timore. Darò il massimo, perché le tavole dei palcoscenici sono sacre e spero che ciò che ho combinato fino ad ora trovi la giusta sintesi in quella notte milanese».
Sintesi che è arrivata anche durante la finale al Teatro Sant’Eugenio di Palermo, quando con la sua comicità è riuscito a far ridere il pubblico con un monologo dalle linee dinamiche ricostruendo la storia dell’umanità - dai dinosauri fino ad oggi - se già dagli inizi fossero esistiti i social. E così Dante e Beatrice si sarebbero conosciuti su Instagram, fra i dinosauri ci sarebbero stati gli scettici sull’era glaciale e perché no, anche un gruppo Whatsapp per organizzare la spedizione dei mille di Garibaldi. «Seguo la mia indole - ha continuato Panzica - e la mia voglia di far star bene gli altri attorno a me, che sia con un’imitazione, un farmaco, o uno sketch..! Se sto perseverando e ottenendo piccole grandi vittorie, lo devo a mia figlia Maria Costanza ed a mia moglie Maria Eugenia, quest’ultima anche incredibile co-autrice dei miei pezzi di stand-up».
In sostanza, Panzica divide la sua vita fra le guardie mediche ed il palco, mescolando la professione alla vena artistica, il tutto con il sostegno della famiglia. «Spero di poter continuare sempre su questo doppio binario di medico e comico - ha concluso Antonio - che solo apparentemente sembra non incontrarsi mai. Ho dedicato il traguardo raggiunto a mio padre che purtroppo non ha potuto assistere a quasi nessuna delle tappe che stanno segnando la mia vita, sia nel mondo della medicina che in quello dello spettacolo. Ma il suo entusiasmo e il suo spingermi, insieme a mia madre, a tuffarmi in tutto ciò in cui credo di poter esprimermi, sono il mio carburante anche ora che non è qui fisicamente con me».
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