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Palermo, al Politeama concerto diretto da Oren: nuova protesta dei lavoratori della Sinfonica

È tutto dedicato a Pëtr Il'ič Čajkovskij il programma del concerto dell’Orchestra sinfonica siciliana di domani, sabato 7 gennaio alle ore 17,30 (turno pomeridiano) e domenica 8 gennaio alle ore 21 (turno serale) al teatro Politeama Garibaldi di Palermo, diretto da Daniel Oren, che ritorna sul podio della Sinfonica dopo ben cinque anni di assenza.  Al pianoforte il talentuoso Rémi Geniet.

La Foss propone al suo pubblico uno straordinario programma: Čajkovskij, Concerto n. 1 in si bemolle minore per pianoforte e orchestra op.23 e la Sinfonia n. 5 in mi minore op.64. Composto in appena due mesi nel dicembre del 1874, il Concerto per pianoforte e orchestra subì due revisioni da parte di Čajkovskij e fu pubblicato solo nel 1890. L’autore lo sottopose all'amico pianista Nicolas Rubinstein nello stesso dicembre, organizzando in un'aula del Conservatorio di Mosca un'audizione privata alla presenza di Rubinstein e dello stesso collega Huber. L’esibizione non dovette convincere i presenti, se è vero che lo stesso compositore scrisse in una lettera all'amica Nadezda von Meck. «Gli suonai il primo tempo. Non una parola, non un'osservazione! Tuttavia mi armai di pazienza e suonai il Concerto sino alla fine. Il silenzio continuava. Mi alzai e dissi: "Allora, cosa ne pensa?". Ma ecco che dalle labbra di Nicolas Grigorievic cominciò a sgorgare un profluvio di parole, dapprima in mormorio sommesso, quindi in tono fragoroso come il tuono di Giove. "Il suo Concerto non vale assolutamente nulla, non è possibile suonarlo, i passaggi sono volgari, goffi, e cosi mal scritti che non si vede neppure un modo per correggerli. La forma è cattiva e banale"».

Con un simile giudizio Čajkovskij si ritenne offeso e invece di apportare modifiche al concerto, come suggerito da Rubinstein, non cambiò nulla. Il concerto fu dedicato ad Hans von Bülow che lo interpretò al Music Hall di Boston il 25 ottobre 1875, sul podio Benjamin Johnson Lang. Tre settimane dopo, la prima esecuzione in Russia venne affidata al pianista Gustav Kross e al direttore Napravnik. Di vero successo la stampa russa cominciò a parlare solo in seguito con le brillanti prove solistiche di Taneev e, nel 1878, dell'ormai riconciliato estimatore Rubinstein. Nella seconda parte del concerto sarà eseguita la Sinfonia n. 5 in mi minore, op. 64.

Čajkovskij la compose in pochi mesi, nel 1888, come si apprende da una lettera scritta alla sua mecenate Nadezda von Meck: «Voglio mettermi a lavorare alacremente; sento in me un impulso fortissimo di dimostrare non solo agli altri ma a me stesso che la mia capacità di comporre non è esaurita [...]. Non so se le ho già scritto che lavoro a una Sinfonia. Dapprincipio procedevo a stento, ma ora sembra che l'illuminazione sia scesa sul mio spirito».

La crisi creativa poteva dirsi finalmente passata. Lo stesso Čajkovskij diresse la Sinfonia il 5 novembre di quell’anno a San Pietroburgo, riscuotendo l’apprezzamento del pubblico ma critiche accese dalla stampa. Ciò fece ripiombare il compositore in uno stato di perplessità, come peraltro si evince dalla lettera inviata il 2 dicembre alla sua mecenate: «Dopo aver diretto la mia nuova Sinfonia, due volte a Pietroburgo e una volta a Praga, mi sono persuaso che è mal riuscita. C'è in questa musica qualcosa di sgradevole, una certa diversità di colori, una certa insincerità, un certo artificio. Pur senza rendersene conto, il pubblico lo ha percepito. Ho chiaramente avvertito che i consensi e gli applausi andavano in realtà alle mie composizioni precedenti e che questa Sinfonia non riusciva a piacere: una constatazione che mi procura un cocente dolore e una profonda insoddisfazione di me stesso [...]. Ieri ho sfogliato la Quarta, la nostra Sinfonia, che differenza! Com'essa si colloca su un piano più elevato! È una cosa molto, molto triste!». Ci volle molto tempo perché la critica rivedesse i suoi giudizi e approvasse il nuovo lavoro, che si apre anch’esso sotto il segno del fatum, come la Quarta Sinfonia.

Sul podio del Politeama ritorna, dopo una lunga assenza di cinque anni, l’israeliano Daniel Oren, direttore artistico del Teatro Verdi di Salerno, dell’Opera di Stato di Tblisi, direttore senior dell’Opera di Israele e ospite regolare a Parigi, alla Royal Opera House Covent Garden di Londra così come a Tel Aviv, Verona, Firenze, Madrid, Colonia e Barcellona. Il maestro, che si è imposto all’attenzione generale giovanissimo vincendo nel 1975 il prestigioso Concorso Herbert von Karajan, ha iniziato la sua carriera negli Stati Uniti e si è poi imposto in Italia debuttando al Festival di Spoleto, diventando direttore stabile dell’Opera di Roma e del Teatro Verdi di Trieste, del San Carlo di Napoli e del Carlo Felice a Genova. Negli ultimi anni Oren ha intensificato i suoi rapporti di collaborazione con i principali teatri del mondo, privilegiando la lirica con un repertorio che abbraccia il repertorio romantico italiano ma concedendosi alcune incursioni nel repertorio sinfonico.

Il Concerto n. 1 in si bemolle minore per pianoforte e orchestra op.23 di Čajkovskij sarà interpretato dal talentuoso pianista Rémi Geniet. Formatosi al Conservatoire National Supérieur de Musique de Paris con Brigitte Engerer e all'École Normale de Musique Alfred Cortot nella classe di Rena Shereshevskaya, ha proseguito gli studi con Evgeni Koroliov alla Hochschule für Musik und Theatre di Amburgo. Giovanissimo, Geniet si è imposto all’attenzione internazionale vincendo il premio Young Concert Artists di New York, circostanza che gli ha permesso di suonare nelle principali istituzioni francesi e alla Carnegie Hall, Morgan Library, Munich Gasteig, NDR Hanover, Konzerthaus Berlin, Great Hall del Conservatorio di Mosca, nonché a Vienna, Ginevra, Gand, Bruxelles, Germania e Polonia e in numerosi festival festivals internazionali. Come solista ospite ha suonato con orchestre prestigiose in tutto il mondo tra le quali: l’Orchestre National d’Ile de France, l’Orchestre National de Lille, l’Orchestre de la Suisse Romande, la Barcelona Symphony Orchestra Novaya Rossiya, le orchestre sinfoniche di Saint Louis e Seattle. È spesso solista ospite di importanti istituzioni concertistiche asiatiche. Il suo cd di debutto dedicato a Bach, registrato quando aveva solo 20 anni, è stato premiato con il Diapason d’Or Revelation of the Year nel 2015.

I lavoratori dell’Orchestra Sinfonica Siciliana, che proseguono la loro protesta, terranno un’altra manifestazione, indetta da Slc Cgil, Fistel Cisl, Uilcom e Fials Cisal, poco prima dell’inizio del concerto di domani. La protesta partire dalle 16.30, in piazza Ruggero Settimo, davanti al Teatro Politeama. Questa volta però i lavoratori alzano il livello della protesta e invitano a parteciparvi anche il presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani. «A nome dei lavoratori dell’Orchestra Sinfonica Siciliana le rivolgiamo l’invito al concerto del 7 gennaio - spiegano le segreterie della Slc Cgil, FistelCisl, UilCom e Fials Cisal -. I lavoratori le rivolgono un accorato appello ad assistere al concerto, ma anche e soprattutto ad incontrare una piccola delegazione che sarà insieme ad altri lavoratori a manifestare in piazza Ruggero Settimo, con striscioni e strumenti musicali per le numerose criticità che interessano questo momento della vita della Fondazione Orchestra Sinfonica Siciliana». I sindacati, così come annunciato nel corso della precedente manifestazione, il primo gennaio, poco prima dell’inizio del tradizionale concerto di Capodanno, chiedono le dimissioni del commissario, del sovrintendente e del direttore artistico della Fondazione.

 

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