Da domani, martedì 18 ottobre 2022, a Villa Pantelleria (Vicolo Pantelleria) nella Piana dei Colli, quarta ed ultima tappa dei laboratori gratuiti organizzati in quattro tesori della periferia di Palermo. A guidare gli allievi, sarà il Maestro Mimmo Cuticchio, il più celebre dei pupari, nonché principale artefice della rifondazione dell’Opera dei Pupi e artista acclamato in tutto il mondo. Un’occasione unica aperta a tutti con l’unico limite della maggiore età, per conoscere da vicino e guidati dal caposcuola uno straordinario patrimonio di arte, cultura e tradizione riconosciuto dall’Unesco.
L’iniziativa dell’Associazione Figli d’arte Cuticchio in collaborazione con la Fondazione Le Vie dei Tesori, è organizzata nell’ambito del Progetto per le aree periferiche finanziato dal Ministero della Cultura in collaborazione con il Comune capoluogo della Città metropolitana di Palermo.
Dopo il Castello di Maredolce a Brancaccio, lo Stand Florio a Romagnolo e le Antiche Fornaci Maiorana all’Acquasanta, nei tre pomeriggi di domani martedì 18, mercoledì 19 e giovedì 20 ottobre (dalle 15,30 alle 18,30), Mimmo Cuticchio guiderà i partecipanti in un percorso di creazione artistica – dalla manovra alla voce –, incrociando il pensiero critico dello scrittore e pedagogista Gianni Rodari. Questa volta, la fiaba con cui, attraverso i pupi appositamenti realizzati per questo laboratorio, si confronteranno i venti allievi selezionati per questa ultima tappa, sarà “Marionette in libertà”; una lunga storia in versi che Rodari scrisse per Radio Rai e che pubblicò nel gennaio del 1974 come inserto per i ragazzi sul “Giornale dei Genitori” con cui collaborò dal ’66. I protagonisti della favola sono i personaggi delle maschere manovrate dal dispotico burattinaio Don Malvasia, da cui tentano invano di liberarsi…
«Le fiabe di Rodari – dice Cuticchio – sono senza tempo e ricche di ideali di libertà, uguaglianza e solidarietà. Mi sono sembrate adatte a questi laboratori che servono a fare amicizia con i pupi siciliani, imparare in cosa sono diversi dai burattini e dalle marionette. Quando ero giovane a Palermo c’erano quindici teatri dei pupi, la gente faceva la coda e aspettava con ansia gli sviluppi della trama dei suoi personaggi preferiti. Dopo la crisi degli anni Sessanta, con l’abbandono del centro storico e la diffusione della tv, e dopo la riscoperta e la rivalutazione dell’Opera dei pupi negli ultimi venti anni, mi piace pensare di piantare di nuovo i primi semi di quest’arte antica dentro cui sono letteralmente nato, portato in fasce sulle tavole del palcoscenico del teatrino di mio padre, a Gela. E mi piace farlo partendo dalle periferie, perchè Palermo non è solo il centro storico».
Oltre agli allievi, sono ammessi anche uditori-spettatori. Al termine di ogni percorso, ci sarà una restituzione al pubblico del lavoro fatto durante il laboratorio.
Iscrizioni e informazioni alla mail [email protected]
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