Un esperimento giocoso, che sembrava costruito per i bambini e i social addicted, e che invece è diventato in poche ore un nuovo modo di interagire con l’immagine della Santuzza tanto amata dai palermitani. Ieri in piazza Bellini (e da oggi nel chiostro del monastero di Santa Caterina) dodici sagome artistiche che invitano, da uno dei lati, a scattare un selfie della propria immagine sullo specchio, con il “cuore” stilizzato di Rosalia ad altezza persona; e dall’altro, reinterpretano l’iconografia classica della patrona secondo i linguaggi di quattro artisti. Nato all’interno del progetto corale sul 398.°Festino, che già ha accolto la “rosa” luminosa di 5000 candele di Angelo Cruciani, la nuova installazione artistica Rosalia Speculum Meum è stata ideata da Stefania Morici e si basa sulle opere di Sergio Caminita, che firma nove delle sagome, e di Alberto D’Asaro, Sonja Quarone e Vincenzo Sorrentino. Il progetto ha il supporto della Ecclesia Panormita e del complesso abbaziale di Santa Caterina; organizza Arteventi, con la collaborazione di FDR architetti di Danilo Reale e il supporto tecnico di HAFA. “Quest’anno il Festino ha rinunciato alla spettacolarizzazione ritrovando la sua essenza più autentica – spiega padre Giuseppe Bucaro, direttore dell’Ufficio beni culturali dell’Arcidiocesi -. E su questa linea nasce anche questa idea di rispecchiarsi in Santa Rosalia: negli anni in cui tutto il mondo si fa i selfie, noi offriamo la sagoma della santa come sfondo, rivisitata in chiave contemporanea, per avvicinare sempre più il popolo dei giovani”. Un modo giocoso per chiudere le manifestazioni del Festino. “Abbiamo bisogno di leggerezza – interviene Stefania Morici che ha ideato il progetto – “Rosalia, Speculum Meum” vuole puntare l’attenzione proprio su questo: farci riappropriare della nostra identità, delle nostre origini e della nostra storia, ma in maniera giocosa, in un formato smart, veloce, 4.0 come può essere un selfie. E i tantissimi turisti e palermitani che sono accorsi divertendosi e interpretando lo scatto ciascuno a suo modo, ci fa capire che siamo nel giusto". Ognuno degli artisti ha pensato una sua Rosalia. Dalla Santuzza gioiosa e pop di Sergio Caminita alla santa colorata e ammantata dalle parole della preghiera di Alberto d’Asaro, alla Rosalia liquida di Sonja Quarone fino alla giovane mistica di Vincenzo Sorrentino. Le opere resteranno nel chiostro del Monastero fino al 4 settembre.