Nasce dall’amicizia la nuova vita della Chiesa della Madonna della Mazza, a Palermo. Dal rapporto di Alessandra Borghese con l’artista rumeno Adrian Ghenie, che ama rapportarsi con i luoghi, rileggendoli in chiave contemporanea. Il passo successivo è stato il racconto che Alessandra Borghese ha portato a Palermo. «Padre Bucaro ha colto il guizzo, e lo ha fatto suo», dice la giornalista.
Da ieri la chiesa della Madonna della Mazza – e sottovoce padre Bucaro ricorda che era la chiesa di riferimento di chi si occupava dei ceti più umili – è stata riconsegnata alla comunità con due nuove opere, due riletture contemporanee dei martiri. In pochi se la ricordano e in tanti l’hanno sempre vista chiusa, appoggiata languidamente a Palazzo Mazzarino (che tra l’altro si intravede dalle grate). Invece, viveva dietro la porta, il restauro andava avanti ed era anche stata mostrata durante Le Vie dei Tesori. Poi era ritornata in silenzio: fino ad oggi, quando al suo interno si scoprono due pale d’altare di Adrian Ghenie, che qualche anno fa da Christie’s ha visto battere una sua opera per 6 milioni di dollari, e conserva ancora forte questo record.
I suoi quadri sono un'incredibile sinfonia di colori: usa tubi e tubi di colore, strati e strati di pittura che si sovrappongono. Artista non convenzionale, interessato ai paradossi della storia, Adrian ha lavorato indisturbato, nessuno sapeva che l’artista tra i più quotati del mondo, era nella chiesetta: le due tele entrano in colloquio con le opere del Battistello, quattro grandi tele dello Zoppo di Gangi e altre di scuola caravaggesca. Ma sono le due tele contemporanee a colpire immediatamente: sono arroganti, violente, disturbanti e, proprio per questo, bellissime.
Ghenie ha fatto suo l’attimo dell’omicidio di padre Puglisi, sullo sfondo dei palazzoni di Brancaccio; e la crocifissione dei prigionieri copti da parte degli estremisti islamici. Colpiscono i colori: il giallo violento del bomber del sicario del sacerdote, l’arancione delle tute dei condannati a morte. «Ho conosciuto Ghenie a Parigi e ho raccolto il suo desiderio di lasciare un segno e io ho suggerito di farlo a Palermo – racconta Alessandra Borghese -. Padre Bucaro ha colto l’opportunità per il popolo, ed è nata una fondazione che salvaguarderà le cappelle e continuerà a promuovere bellezza. L’operazione di commissione, installazione e custodia è occasione per favorire un meccanismo virtuoso di promozione dell’arte contemporanea e tutela dell’arte antica. Abbiamo voluto realizzare il dialogo tra il 1600 e l’arte contemporanea. È importante che la Chiesa si apra all’oggi, sennò perdiamo la dimensione fondamentale del Cristianesimo, del Bello e del Futuro». La scelta è caduta sui martiri. «Sono santi di oggi: i palermitani - spiega Alessandra Borghese - riconoscono padre Puglisi, colto nel suo contesto, ma Ghenie identifica il suo assassino nel diavolo. L’altra opera è un omaggio ai 22 martiri, giovani cristiani, uccisi dall’Isis quando si rifiutarono di sputare sul Crocifisso».
L’inaugurazione ieri, è stata segnata dal contributo del giovanissimo talento del violino Giovanni Andrea Zanon – 24 anni e già vincitore di almeno una trentina di concorsi nazionali e internazionali – che ha eseguito al suo Guarneri del Gesù, dinanzi alle due cappelle, musiche di Bach, Massenet e Mascagni. Al suo fianco i siciliani Riccardo Porrovecchio al violino e Laura Vitale all’arpa. Da oggi le Ghenie Chapels e la chiesa della Mazza saranno visitabili e aperte al pubblico.
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