I 50 studenti del quinto anno dei licei Gonzaga di Palermo (Classico, Scientifico e Linguistico) presentano un progetto letterario dedicato al coronavirus, letto in chiave futurista. L'esperienza della pandemia e della quarantena interpretata in versi e disegni futuristi, in un lavoro di didattica a distanza. Le prime 50 copie sono state donate oggi, primo giorno di esami di Stato, ai maturandi dell’istituto.
Un lavoro creativo, nato durante una lezione di letteratura italiana sulle Avanguardie poetiche di inizio Novecento, sul Futurismo di Marinetti, naturalmente «a distanza» attraverso la teledidattica, e che è diventato un video, un testo e un’appendice di immagini, calligrammi, disegni, fotografie. Ne è venuta fuori un’opera d'arte, che è stata pubblicata grazie alla collaborazione di una casa editrice palermitana: le prime 50 copie sono state donate oggi proprio agli studenti-autori.
«Questo progetto – spiega il professore Giovanni Inzerillo, docente di Italiano - è frutto della noia, della rabbia, della scaramanzia, della speranza. Del Futurismo possiamo trovare ancora oggi echi evidenti, ma liberiamoci dai facili pregiudizi sul linguaggio alienato dai giovani. I fragorosi Bum Bum Bum o Tumb Tumb Tumb, che i giovani di oggi sentono e pronunciano così forti non sono più, è vero, quelli dei bombardamenti militari, degli aerei e delle macchine da corsa, ma non sono neppure parole senza senso prova di una sottocultura generata dal benessere, dalla noia, da modelli sbagliati, come noi adulti siamo indotti categoricamente a credere. D’improvviso, quando ciò che credevamo irreale di colpo è divenuto reale, lottiamo isolati e depressi contro un nemico invisibile il cui nome Covid19-Coronavirus sembra concepito in lontani contesti di Avanguardia. Questa lotta però dobbiamo sforzarci di pensarla più in grande, come lotta contro l’ignoranza, il pregiudizio, la logica dell’ognuno può bastare a se stesso».
La Didattica a distanza, pur in tutti i suoi limiti, lo ricorda il direttore generale dell’Istituto Gonzaga-ISP, padre Vitangelo Denora, «ha avuto l’effetto di far riflettere sui fondamenti dell’esperienza scolastica, sulla sua forza trasformatrice delle persone e del mondo perché “educare è rinnovare il mondo”, dicevano i primi Gesuiti, sulla centralità dell’alunno e del suo percorso di apprendimento che è percorso di vita, sulla relazione educativa e sull’importanza di docenti che si mettono in gioco come uomini della ricerca e del cammino collegiale. Questo tempo - continua Denora - è stato per la scuola un tempo di accelerazione e di svecchiamento: lavorare finalmente per competenze e non solo per accumulo di contenuti, collegare la scuola alla vita e alle sue sfide, creando ponti e connessioni, che possano incidere sulla realtà e provare a cambiarla, sperimentare una didattica meno frontale e trasmissiva, ma più interattiva e che rende l’alunno maggiormente protagonista, vivere la valutazione come un dare valore al percorso dello studente, accompagnando il suo cammino con feedback più costanti e utili a migliorare, non come un rito sanzionatorio o polarizzato sul controllo, ma come processo continuo e relazionale che favorisce la crescita».
«I ragazzi dimostrano con questo progetto di abitare questo mondo con profondità e responsabilità – continua padre Denora - nonostante tutto quello che è intorno sappia di superficialità e di disfattismo. In questo modo il lavoro lancia tante provocazioni al mondo degli adulti che rischia di ascoltare poco i giovani, o di “scartarli”, come dice sempre Papa Francesco, e al mondo della scuola, perché una scuola così è davvero scuola di vita e perché la ricerca dice che la scuola può cambiare rimanendo fedele a se stessa e riscoprendo la sua vocazione di rendere le persone felici e autentiche protagoniste di un nuovo mondo».
E infine il giovane professor Inzerillo esorta i ragazzi: «In tutti i momenti della vostra vita siate per gli altri e gridate forte, fortissimo. Non preoccupatevi se non sarete sempre compresi. Sarà importante che le vostre buone intenzioni guidino le vostre azioni. Gridate, agite, siate pure fastidiosi o anticonformisti, siate coraggiosi. Le vostre idee miglioreranno questo mondo».
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