Palermo

Sabato 04 Maggio 2024

A Palermo la mostra fotografica di Salvo Gravano

Chiesa dello Spasimo, Palermo
Galleria di Milano
Liceo Benedetto Croce-ex Ospedale Fatebenefratelli
Palazzo delle Poste Centrali-Palermo
Palazzo Reale-Monaco di Baviera
Piazza Villena-Quattro Canti a Palermo
Sagrada Familia-Barcellona
Santuario Madonna delle Lacrime-Siracusa

L’azzurro del cielo incastonato tra le sommità dei palazzi dei Quattro Canti, il blu cobalto che fende lo Spasimo di Palermo, i «petali» del soffitto del Teatro Massimo, la vorticosa prospettiva della scala delle Poste Centrali. «Look up!» è l’invito perentorio a tornare «con il naso all’insù» contenuto nei 24 scatti di Salvo Gravano, per capire quante cose ci siamo persi e quante continuiamo a perderci con uno sguardo distratto da schermi perennemente accesi. Nelle accoglienti sale di Palazzo Zingone Trabia, in via Lincoln 47, dal 5 ottobre al 3 novembre (ingressi sabato e domenica dalle 10 alle 17,30), inserito nel circuito di visite del Festival Le Vie dei Tesori, saranno esposte le fotografie di questo interprete appassionato, che colgono soffitti naturali e artificiali, volte di chiese, gallerie, palazzi di una Sicilia custodita e non solo, in un viaggio da Milano a Parigi, da Monaco a Barcellona. Una nuova prospettiva sulla realtà, con uno sguardo perfettamente verticale, accompagnata dalle suggestioni del giornalista e critico Salvatore Rizzo. La stampa delle immagini, in formato quadrato e rotondo, è stata realizzata con particolari tecniche su supporti in alluminio. «La fotografia, vissuta principalmente come passione e non come lavoro, l'ho sempre percepita come qualcosa che appartiene alla mia sfera intima – afferma Salvo Gravano - Negli ultimi anni, però, mi sono ricreduto e ho compreso che questo poteva essere il mio modo di comunicare pensieri, sensazioni. Questo allestimento mi sta dando tanto in termini di esperienza ed emozioni. Ho condiviso questa mia passione con Salvatore Rizzo che è riuscito, con la sua arte dello scrivere, a mettere in risalto tantissime di quelle cose che sono nel mio cuore, percepite dal mio cervello e “catturate” dalla mia macchina fotografica».  

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