Palermo

Domenica 28 Aprile 2024

La "Foresta urbana", arte e natura tra Palazzo Riso e piazza Bellini a Palermo

I tronchi d’ulivo su barre di ferro di Benedetto Pietromarchi (Oliva Caerulea)
Tree installatio di Ai Weiwei
Albero di acciaio di Conrad Shawcross (Formation II)
L’installazione in piazza Bologni
“Wood #7 Grotesque” di Francesco De Grandi
“Aerosolar Journeys” dell’argentino Tomàs Saraceno
La “Foresta Urbana“ in piazza Bologni
L’esposizione all’interno di Palazzo Riso
Installazione all’interno di Palazzo Riso
La mostra fino al 21 gennaio
Una delle opere in mostra

Il rapporto tra uomo e natura, tra natura e cultura, è nato con gli albori delle prime manifestazioni artistiche rupestri nelle caverne dell'uomo primitivo. È questo l'input che ha ispirato la mostra "Foresta urbana" tra piazza Bellini e Palazzo Riso a Palermo. Le opere d'arte esposte fino al 21 gennaio sono di artisti del calibro di Doug Aitken, Francesco De Grandi, Nathalie Djurberg & Hans Berg, Jimmie Durham, Olafur Eliasson, Bill Fontana, Sara Goldschmied – Eleonora Chiari, Carsten Höller, Ann Veronica Janssens, Richard Long, Ernesto Neto, Benedetto Pietromarchi, Tomás Saraceno, Astrid Seme, Conrad Shawcross, Andreas Slominski, Pascale Marthine Tayou, Luca Vitone, Ai Weiwei. A sovvenzionare  e pensare l'intera mostra il mecenate Emmanuele Emanuele, presidente Fondazione Terzo Pilastro Italia e Mediterraneo. "La natura sta perdendo la valenza che aveva un tempo, la natura viene abbandonata e sistematicamente stavolta dall'industrializzazione e dal mondo nuovo che cresce in maniera esponenziale, quindi lo sforzo fatto da questi grandi artisti di simboleggiare la validità di questa natura nel nostro tempo è qualcosa si assolutamente encomiabile". Alcune delle opere si trovano esposte proprio nel cuore del Cassaro anche se Emmanuele avrebbe voluto altro: "Il mio progetto era quello di avere le opere diffuse sul territorio di questa città meravigliosa che mi ha dato i natali. Sognavo di vederle anche nei quartieri dove la presenza della bellezza sarebbe estremamente utile per far capire agli abitanti di quelle zone meno felici che la bellezza è uno strumento per liberarsi dalla infelicità della propria vita".

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