È bella Palermo punteggiata di eventi e di opere d’arte che si relazionano a luoghi diversi e a edifici storici proiettandoli nella contemporaneità. «Manifesta 12», ha detto il sindaco Leoluca Orlando nella conferenza stampa di apertura, «è una straordinaria opportunità perché la nostra città si guardi dentro traendone gli spunti per affermare sempre di più il suo ruolo di capitale delle culture». Un successo questa edizione della Biennale nomade europea che si apre oggi, testimoniato dalla presenza a Palermo della regina madre Beatrice, della principessa Mabel, vedova del principe Friso, e del principe Constantijn dei Paesi Bassi. Manifesta, diretta dal suo esordio da Hedwig Fijen, è infatti un progetto olandese di integrazione e di convivenza nato per unire l’Europa all’indomani della caduta del muro di Berlino. Da oggi, con apertura ufficiale a piazza Magione, al 4 novembre, circa cinquanta fra artisti e collettivi, un po' da tutto il mondo, propongono i loro lavori per Palermo in 12 sedi della città. I curatori di Manifesta 12 hanno realizzato un sistema di mostre diffuso con video, installazioni, performance, interventi urbani e letterari che compongono il «Giardino planetario. Coltivare la coesistenza», ideato con l’ottica di una città laboratorio di differenze e meta costante di flussi migratori. Un giardino ispirato alla «Veduta di Palermo» di Francesco Lojacono, diviso in tre sezioni: «Garden of Flows» all’Orto botanico; «Out of control room"; «City on stage». Per questa operazione non sono stati scelti istituzioni e musei, ma spazi a forte valenza iconica, spesso inediti. L’Orto botanico ospita l’erbario siciliano del colombiano Alberto Baraya, l’orto sperimentale di Leone Contini, i disegni della nigeriana Toyin Ojin Odutola, il mercato eterogeneo di Khalil Rabah, le installazioni di Michael Wang e Lungiswa Gqunta. A Palazzo Butera, aperto per la prima volta dai nuovi proprietari Valsecchi dopo i restauri, sono esposte le opere di Maria Theresa Alvez e l’installazione con carta da parati «Public Fruit Map» di Palermo di Fallen Fruit (Los Angeles), il film in 16 mm. di Renato Leotta, la video installazione dello svizzero Uriel Orlow e la serie di polaroid del russo Sergey Saponizow. Il collettivo londinese Cooking Sections raffigura la sua ricerca sui sistemi irrigui a secco a Volpe Astuta, al Giardino dei giusti e allo Spasimo. A Palazzo Ajutamicristo è in mostra la documentazione tratta dagli archivi degli attivisti No Muos della cubana Tania Brughera, il progetto su migrazione e identità di Filippo Minelli e l’intervento dell’olandese Richard Vijgen. Palazzo De Seta accoglie video e scultura dell’algerino Kader Attia, la video installazione dei Forensic Oceanography, l'irlandese John Gerrard, i ritratti dell’olandese Patricia Kaersenhout, l’inchiesta del turco Erkan Özgen e il viaggio narrativo del Premio Oscar Laura Poitras. La Casa del mutilato è sede della video installazione sulle guerre dei nostri giorni della spagnola Cristina Lucas, mentre a Palazzo Trinacria è possibile vedere il video della performance della russa Taus Makhaceva. La struttura espositiva ricavata nel cantiere incompiuto di palazzo Costantino offre al pubblico la rappresentazione visiva del lavoro di preparazione dei progetti urbani per Zen, Pizzo Sella e Costa sud. L’Oratorio della Madonna rifugio dei peccatori pentiti ospita la video-installazione dell’italiano Yuri Ancarani e quello di San Lorenzo il lavoro per la perfomance della croato-olandese Nora Turato. Nella chiesa dei Santissimi Euno e Giuliano sono esposti gli studi preparatori per «Palermo Procession», performance di Marinella Senatore e la Fondazione Padre Messina del film di Jordi Colomer. Al teatro Garibaldi, quartier generale di Manifesta 12, è visibile la rappresentazione dei percorsi narrativi del palermitano Giorgio Vasta e di Wu Ming 2, pseudonimo di Giovanni Cattabriga. Le sedi di Manifesta sono aperte tutti i giorni (tranne il lunedì) dalle 10 alle 20. Lo Spasimo e visitabile dalle 9.30, Volpe Astuta dalle 10 ed entrambi chiudono alle 18.