Inaugura domani a Palermo - e resterà aperta fino al 6 agosto - una mostra su Shozo Shimamoto. La rassegna è stata allestita presso la Fondazione Sant’Elia. "Spazio nel tempo", questo il titolo, è un progetto della Fondazione Morra di Napoli con il supporto tecnico, logistico e organizzativo dell’Associazione Shozo Shimamoto, in collaborazione con la Fondazione Sant’Elia. Il progetto fa parte dei Manifesta12/Collateral ed è inserito nel programma di Palermo Capitale Italiana della Cultura. Uno sguardo attento e completo sul percorso dell’artista giapponese, dalle prime innovative sperimentazioni degli anni ‘40 e ’50, fino alle performance degli ultimi anni. Se, infatti, gli anni ‘50 di Shimamoto sono tutti in Oriente, perché hanno luogo in Giappone, gli anni Duemila sono in gran parte in Occidente, perché è proprio qui che hanno luogo alcune delle più importanti performance del maestro. La dialettica tra questi due momenti storici racconta di un singolare, importante ed unico processo artistico. Negli anni ‘50 Shimamoto inizia a lavorare come pittore e proprio in nome di un nuovo modo di concepire e praticare la pittura, inizia a dedicarsi all’azione, che si trasforma progressivamente in happening. Viceversa, i grandi eventi italiani degli ultimi anni rivelano un percorso inverso: c’è una grande costruzione scenica con una sua autonomia spettacolare, che si riflette dentro la realizzazione di opere che di quel momento rappresentativo pubblico, sono il risultato. “Il tentativo è quello di allargare il più possibile lo spazio estetico del gesto, inglobare la terra ed il cielo. (…) In definitiva, Shimamoto è un nomade samurai dell'arte che riesce ad andare a bersaglio, assistito dal caso intelligente di un processo creativo che vuole bucare l'inerzia del mondo e dare energia alla comunità degli uomini”, scrive Achille Bonito Oliva.