PALERMO. «È in Sicilia che si trova la chiave di tutto», scriveva Goethe nel suo celebre Viaggio in Italia nel primo decennio del 1800. Ed è in Sicilia, oggi, che il progetto della famosa azienda vinicola Planeta per l’arte e il territorio si fonda, in un viaggio in cui artisti nazionali ed internazionali, chiamati in residenza itinerante, cercano e trovano la chiave di tutto, proprio come Goethe e come i viaggiatori che a partire dal XVII secolo compivano il Grand Tour in Italia, considerata culla della cultura. Giunto alla sua settima edizione, curata da Valentina Bruschi, il «Viaggio in Sicilia» offre oggi uno spaccato inedito dell’Isola, indagata attraverso le vie del vino, tra il passato dell’importante e bella collezione del Museo Archeologico Regionale Antonino Salinas, che ospita fino al 10 settembre la mostra, e il presente delle opere di sei artisti contemporanei: Marianna Christofides, Gabriella Ciancimino, Malak Helmy, Andrew Mania, Pietro Ruffo e Luca Trevisani. Nasce quindi un dialogo serrato, un coro a più voci tra passato e presente, tra miti antichi e contemporanei, attraverso le opere che come mappe, diventano strumenti ideali per orientarsi in questo viaggio spazio temporale ricco di suggestioni. «Una felice collaborazione tra pubblico e privato – dichiara la direttrice del Museo Salinas Francesca Spatafora – per un progetto di promozione del territorio attraverso il viaggio nel mito, rivisto dagli occhi degli artisti contemporanei che per la prima volta si confrontano qui con le opere del Museo Archeologico. Questo è un modo per ridurre la percezione erronea di un distacco tra arte del presente e arte del passato». Tra i più importanti siti espositivi archeologici d’Europa, il museo, sottoposto dal 2009 al 2016 ad un integrale lavoro di restauro, ospita la mostra nel nuovo allestimento del piano terra, attorno ai due chiostri seicenteschi e nelle celle della corsia settentrionale del Chiostro Maggiore dell’ex Complesso degli Oratoriani all’Olivella, procedendo per aree tematiche. I sei artisti hanno esplorato il territorio siciliano a settembre 2016, durante il periodo della vendemmia, raccogliendo miti e suggestioni tradotti poi nelle opere realizzate site specific all’interno del museo, in dialogo con i reperti della collezione permanente, affiancati dalle cinquecentine e dai tomi seicenteschi sul Grand Tour, esposti per l’occasione e provenienti dall’importante fondo personale di Antonino Salinas. Gabriella Ciancimino (Palermo 1978) espone le sue mappe come ricami su cui rintraccia i luoghi del mito tra antichi disegni di botanica. Mappe che fanno da guida poi alle «piante migranti» nelle sue sculture a forma di barca, in dialogo con le piante rare della Sicilia. Luca Trevisani (Verona, 1979) utilizza antiche e nuove tecniche di stampa fotografica, per ottenere immagini pittoriche che svelano su carta le celebri incisioni rupestri delle grotte dell’Addaura risalenti a 12.000 anni fa (di cui nel museo è custodito un calco) o su una suggestiva foglia di palma i motivi decò di carte da parati, sullo sfondo delle grondaie del tempio di Himera. Le mappe di Pietro Ruffo (Roma, 1978), bidimensionali o nella terza dimensione del mappamondo, sono tratte dai disegni a margine degli antichi atlanti, da cui si staccano affascinanti voli di uccelli migratori nella sala delle epigrafi in cui sono rappresentate tutte le culture del Mediterraneo attraverso la scrittura. Marianna Christofides (Nicosia 1980) presenta due video e un’installazione dal titolo «Io non sono un robot» che si svolge come un lungo papiro sulle capriate del chiostro maggiore, in cui sono elencate tutte le frasi trovate su internet che cominciano per «il mito di». Malak Helmy (Alessandria d’Egitto 1982) viaggia con le sculture e un’installazione sonora sotto lo sguardo vigile di Iside. Andrew Mania (Bristol 1974) rielabora alcune immagini del mito in opere fotografiche, disegni e collage. Per aver efficacemente integrato arte e cultura con un’attività di accoglienza e di valorizzazione turistica del territorio, il progetto di Planeta ha vinto la terza edizione del Premio Gavi – La buona Italia. Visitare questa bella mostra vuol dire scoprire l’arte contemporanea tenuti per mano dalla rassicurante arte del passato glorioso della Sicilia, isola del mito.