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Tutti in coda per visitare i tesori nascosti della Gam - Le opere

PALERMO. Affascinati dalla leggerezza di O’Tama o in cerca del ritratto ad olio di Domenico Galati di Riella, che solo di recente è stato attribuito con certezza a Federico Zandomeneghi.

Il pubblico ieri ha riempito la Galleria d’arte moderna per la visita ai depositi: un appuntamento diventato ormai fisso – ogni seconda domenica del mese – quando la Galleria d’arte moderna apre i suoi archivi e permette visite guidate a piccoli gruppi.

Vuol dire entrare nel ventre antico del museo, guardare le opere con gli occhi di chi le studia e, spesso, le restaura: non offuscate dalle letture museali che spesso scelgono e accostano temi e artisti in un unicum discorsivo, tele e sculture vivono come corpi unici, leggeri e lontani insieme.

Il gruppo marcia compatto con la guida in testa: ecco «Il cardellino», un olio realizzato da Giacomo Favretto a fine ‘800 o anche la coeva «Contadinella» di Luigi Di Giovanni: un impianto agreste, i contorni sfumati per opere che i collezionisti magari acquistavano a corredo di pezzi più imponenti.

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