Palermo

Sabato 27 Aprile 2024

Palermitana e anticonformista, una mostra celebra Topazia Alliata

TOPAZIA ALLIATA - Ritratto di alpinista (Fosco Maraini), 1933
TOPAZIA ALLIATA - Ritratto di Enrico Alliata di Salaparuta, 1934
Fosco Maraini, Topazia Alliata e le tre figlie Dacia, Yuki e Toni in Giappone poco dopo la fine del periodo di prigionia, Tokyo, Giappone, 1945
Renato Guttuso davanti ad un suo Nudo all’Accademia, 1932
Topazia Alliata davanti a un suo Nudo, all’Accademia di Belle Arti, 1932
Topazia Alliata tra Renato Guttuso e Basilio Franchina, 1935
ETTORE DE MARIA BERGLER - Ritratto di Orietta e Topazia Alliata di Salaparuta, 1929
GIACOMO GROSSO - Ritratto di Enrico Alliata
LIA PASQUALINO NOTO - L’infermiera, 1931
MICHELE DIXITDOMINO - Ritratto di Topazia Alliata, 1931
RENATO GUTTUSO - Innamorati a Bagheria, 1931
RENATO GUTTUSO - Ritratto di Topazia Alliata, 1931-32
RENATO GUTTUSO - Topazia seduta, primi anni Trenta
TOPAZIA ALLIATA - Autoritratto con il campanile basso (detto anche Autoritratto con piccozza)

PALERMO. Eclettica, affascinante, anticonformista nobildonna palermitana, un passo avanti rispetto al suo tempo, Topazia Alliata di Salaparuta è sempre stata uno spirito libero. Pittrice, gallerista, curatrice, talent scout dal gusto deciso e sicuro, ma anche donna sportiva ed elegante, con due occhi straordinari, Topazia ha percorso un intero secolo, il Novecento, viaggiando parecchio, sola e con il marito Fosco Maraini, da cui ebbe tre figlie, Dacia, Yuki e Toni. Pur legata alla nobiltà europea, curatrice di mostre internazionali, è sempre rimasta avvinta alla Sicilia, fino alla sua morte, avvenuta un anno fa, a 102 anni. Una mostra a Palermo – prima retrospettiva a lei dedicata, voluta dalle figlie Dacia e Toni Maraini e dalla nipote Gioia Manili - la racconta attraverso fotografie, disegni, lettere e alcune tra le sue tele più interessanti, al fianco di opere di suoi amici e colleghi: da Guttuso a Pupino Samonà. “Topazia Alliata. Una vita per l’arte” (Palermo, Palazzo Sant’Elia, 11 novembre 2016 – 11 gennaio 2017) vede la curatela del critico d’arte Anna Maria Ruta, grande esperta del ‘900 e studiosa del Futurismo, che sei anni fa per l’editore Kalòs ha pubblicato la prima biografia dell’artista e gallerista. Organizzata dalla Fondazione Sant’Elia (ente della neonata Città metropolitana presieduta dal sindaco Leoluca Orlando) in collaborazione con l’associazione Lo Stato dell’Arte, la mostra ha il patrocinio del Comune di Palermo. Il percorso espositivo osserva in filigrana una nobildonna che rifiutò la tradizione e volle correre per il mondo, animata da uno spirito curioso e sicuro da elegante conoscitrice, amica di poeti, intellettuali, scrittori ed artisti come, oltre a già ricordati Renato Guttuso e Pupino Samonà, Corrado Cagli o Carlo Levi, ma anche di intellettuali impegnati come Danilo Dolci. A Palazzo Sant’Elia, l’obiettivo della Ruta mette a fuoco la figura della nobile aristocratica anticonformista, cresciuta in una famiglia di artisti (le zie pittrici Felicita ed Amalia Alliata, ma anche Quintino di Napoli); ne ripercorre la vicenda umana, i rapporti, le amicizie, la capacità artistica. Il racconto è scandito da otto sezioni tematiche che, partendo dalla storia della famiglia Alliata, toccano gli anni in cui frequentò l’Accademia di Belle Arti, i maestri, i giovani colleghi; il rapporto e il matrimonio con l’etnologo e fotografo Fosco Maraini, il trasferimento in Giappone durante la seconda guerra mondiale e la sofferta parentesi vissuta da tutta la famiglia in un campo di concentramento nel paese del Sol Levante; il ritorno in Sicilia e l’avventura da imprenditrice alla guida della Vini Corvo; gli anni ’50, gli intellettuali e gli amici artisti; la nascita della Galleria d’arte a Trastevere e i rapporti con artisti e collezionisti internazionali. Ciascuna delle sezioni ospita opere appartenenti agli eredi di Topazia Alliata o in prestito da istituzioni e collezionisti privati. La mostra sarà un excursus storico-artistico sulla creatività della famiglia Alliata, sui maestri - Pippo Rizzo, Archimede Campini, Ettore De Maria Bergler, Mario Mirabella; sui colleghi d’Accademia - Renato Guttuso, Nino Franchina, Ezio Buscio, Piera Lombardo, Lia Pasqualino Noto, Giovanni Rosone; sugli artisti ospitati da Topazia e lanciati dalla Galleria Trastevere. Un frammento è dedicato agli anni giapponesi: «Seguii Fosco fino alla fine del mondo» scrive Topazia parlando del suo soggiorno in Giappone concluso poi nel campo di concentramento. Le firme raccontano un secolo di arte italiana: dagli Alliata, a Quintino Di Napoli, Renato Guttuso, Ettore de Maria Bergler, Lia Pasqualino Noto, Pina Calì, Archimede Campini, Pippo Rizzo, Mario Mirabella, Nino Franchina, Elisa Maria Boglino, Nino Garajo, Piera Lombardo, Michele Dixit, il soprano e pittrice Ester Mazzoleni Cavarretta, Daniele Schmiedt, Corrado Cagli, Ezio Buscio, Giovanni Rosone ed altri. Le opere di Topazia Alliata non sono moltissime, ma mostrano una mano sicura, attenta, influenzata dalle correnti artistiche del suo tempo. «Non so perché mia madre abbia smesso di dipingere - scrive Dacia Maraini - Probabilmente non aveva abbastanza fiducia nel suo lavoro. Come tante donne, portava in sé la memoria atavica della sfiducia istituzionale».

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