PALERMO. L’intervento del Patricolo abbatté il palazzo che circondava la cappella e, come fece con gli altri monumenti normanni palermitani, colorò di intonaco rosso le cupolette originariamente di cocciopesto, in felice contrasto con le pareti monocromatiche: un'invenzione tutta ottocentesca.
L'esterno presenta un compatto paramento murario in arenaria addolcito da intagli di arcate cieche e ghiere traforate di influenza islamica, mentre all'interno la pavimentazione a tarsie marmoree e lastre di porfido e serpentino, per quanto integrata da restauri, conserva ancora la sua preziosa conformazione originaria. La chiesa di San Cataldo è affidata all'Ordine equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme - che l'ha riconsegnata al culto dopo alcuni necessari interventi e che una volta al mese qui celebra le sue cerimonie per dame e cavalieri - ed è aperta al pubblico dall'Associazione Amici dei Musei Siciliani. Sia la Martorana che San Cataldo fanno parte del «Circuito del sacro», con Palazzo Alliata, la chiesa della Magione, la Cattedrale, gli oratori serpottiani, il Museo diocesano: un percorso che attraversa il Medioevo islamico-normanno fino al Settecento e ai suoi bianchi stucchi.
Modi lontani di onorare un dio: i ricami musivi musulmani e gli angeli e i santi degli stucchi barocchi, la preziosità dei mosaici bizantini e l'esuberanza barocca, tutto fissato in tempi e materiali differenti. Da Pasqua a ottobre i periodi più affollati di visitatori, che hanno la possibilità, all'interno del «Circuito del Sacro» di acquistare il primo biglietto a prezzo intero e i successivi scontati. Bernardo Tortorici, presidente degli «Amici dei Musei siciliani»: «Gestiamo il sito per conto dell'Ordine dei Cavalieri e possiamo contare su circa 50 mila visitatori ogni anno. Gli introiti dei biglietti in parte vanno in Terrasanta, ma una buona fetta la reinvestiamo in manutenzione e interventi. Non disponiamo di brochure, abbiamo però del materiale da consultare. Nel sito, che chiude solo a Natale e Ferragosto, si alternano quattro storiche dell'arte che, in più lingue, raccontano la storia dell'edificio. Non mi pare al momento che, a parte la pedonalizzazione, ci siano stati altri interventi per valorizzare l'area come richiesto dall'Unesco: anzi, scarseggia l'illuminazione, e la sera, passeggiando, non è possibile ammirare il profilo delle cupole». Ed è una grande sottrazione.
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